Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

mercoledì 30 settembre 2015

Giorno 12- Il giardino dei pazzi o i pazzi del giardino?! pt. 3

Il giardino dei pazzi o i pazzi del giardino?! pt.3- La pifferaia magica

Spostiamoci qualche centinaio di metri più in là rispetto al solito giardino, in modo che possa farvi conoscere la nuova protagonista della rubrica dedicata alla città dei matti. Oggi vi presento la Pifferaia Magica: la pazza che vedo più spesso in assoluto, molto molesta e strana. Vi dico solo che la prima volta che l'ho vista, l'autunno scorso, dopo avermi chiesto le sue solite monetine per non si sa bene cosa, si è spostata di un pochino, si è tirata giù i pantaloni, si è accovacciata e ha fatto pipì...lì....in mezzo al viale pedonale...di fronte a decine di ragazzi seduti ai tavolini esterni del bar. Questa sì che è inibizione! Perché la chiamiamo Pifferaia Magica? Semplicemente perché assomiglia vagamente al personaggio delle fiabe (il mio preferito per la cronaca), non tanto fisicamente quanto per una questione di look: porta sempre dei pantaloni attillatissimi, ogni tanto traslucidi, ogni tanto verde marcio e sopra indossa una maglietta sformata, larghissima e quando fa freddo una giacchetta di pelle. Siccome vorrei serbare ancora un buon ricordo del celebre Robin Hood, ho deciso che Pifferaia (data la sua abitudine di portare calzamaglie) è il nome giusto da attribuirle. 

La Pifferaia si aggira molesta per il viale, con la sua camminata altalenante, età ancora da definire, capelli grigi e arruffati, un nasone a patata e un alitaccio fetido da birromane (si dice?) alcolizzata che non auguro a nessuno di sentire e tantomeno di avere la mattina. Quando la incontrate per strada, potrete assistere a ben due comportamenti tipo: se la incontrate frontalmente, vi chiederà una moneta, un euro, venti centesimi, ve lo chiede così, senza vergogna e senza paura; se invece avete la sfortuna di avercela dietro e di malumore (soprattutto se siete in coppia, forse proprio questo le dà alquanto fastidio), allora vi piomberà addosso con un urlo da aquila, spaventandovi a morte, per poi andarsene come se nulla fosse. Vi giuro che io quella donna non l'ho mai vista se non su quella strada: una volta l'ho beccata mentre dormiva su una panchina, stavolta ai margini del viale, dove c'è meno gente e un po' meno luce grazie agli alberi più fitti. Quando si sveglia si mette a sedere, si stropiccia gli occhi e chiede con lo sguardo assonnato a tutti i passanti un accendino, anche se molti non la calcolavano nemmeno: mica tutti vorrebbero avere una conversazione con una che si veste come un paggetto medievale alla corte del granduca e profuma come il suo stalliere. Vi ho detto della prima volta che l'ho vista no? Ora vi dirò dell'ultima, cioè qualche giorno fa: sto facendo la mia solita passeggiata con Cora, tutta tranquilla: A un tratto lei mi vede, mi raggiunge (stavolta non grida "Braaaaaaah" da dietro, semplicemente mi supera per braccarmi) mi chiede: "Scusa hai un euro?", io le rispondo: "Non ce l'ho un euro, mi spiace ma no" lei se ne va, fa tre passi e incontra un altro passante a cui chiede il solito, dannato euro. Io li supero con la mia andatura lenta, nel frattempo la conversazione finisce e io con la coda dell'occhio vedo la Pifferaia che mi vede di nuovo, si illumina di nuovo (!!!) e riparte il disco: mi raggiunge, "Scusa hai un euro?", io mi spazientisco e sbotto: "Ma scusa, dieci passi fa ti ho detto che non ho un euro, mi crescono nelle tasche da soli i soldi? Non ce l'ho mi dispiace!!"e lei con tutta serenità: "No, tranquilla. lo so che sei fragile"....aumenta il passo e si allontana, lasciandomi lì, come una papaya a guardarmi intorno con un enorme punto interrogativo in faccia e con un sorriso direi insolito per la situazione. Oh, che posso dirvi, mi ha fatto ridere che una donna così mi abbia detto che sono fragile: magari non è affatto sbagliata la sua affermazione, ma perché le è venuta in mente? Perché proprio io? Di solito non dice niente quando le dici no, semplicemente ti ignora.
Vogliamo parlare poi di quando canta a voce alta non si sa quale melodia? Però lei non ha il piffero per accompagnare il suo canto armonioso da sirena investita da un cargo! Non so se sperare che la incontriate prima o poi se mai verrete qui o se sperare esattamente il contrario. Alla fine parlare con lei è un esperienza unica, ma non vederla sarebbe meglio forse. Deciderete voi se cambiare strada...a meno che non sia dietro di voi.....BRAAAAAH!!!!!!!

venerdì 25 settembre 2015

Giorno 11- La signora P.

La signora P.

No, non sto censurando una parolaccia, semplicemente sto cercando di non dire il cognome di questa signora, una mia vicina di casa che tanto vicina non è ma grazie alle sue doti chiamiamole "canore" la sento vicinissima...quasi in cucina! La cosa buffa? Credo di averla incontrata una volta sola sulle scale e se la rincontrassi probabilmente non la riconoscerei, ricordo solo di avere detto tra me e me: "Così è lei la signora P., colei che riceve decine di visite ogni pomeriggio e centinaia di chiamate all'ora". Se il suo volto mi risulta completamente anonimo, così non è per la sua vocina e il rumore dolce e amaro del suo Folletto (non intendo lo spiritello ovviamente, parlo dell'aspirapolvere!). Glisserò sul suono del Folletto perché penso che tutti ne abbiate sentito uno e in caso contrario non saprei come descriverlo ulteriormente, io so solo che la signora P. quando suona il citofono risponde con: "Sìììììì, chi èèèèè??", con un bel vocione pieno e quando entrano in casa le persone lei urla "Buongiooooornoooo"mentre al telefono dice: "Sìììì prontoooooo??" Il "Sììììì" e le vocali finali allungate sono (quasi) sempre presenti. Ora...le prime settimane che ero qui e sentivo questa donnina che gridava da casa sua ho iniziato a sospettare che lavorasse a casa; e in effetti non era difficile da capire, siccome davanti alla porta di entrata del cortile c'è una targhetta dorata con il suo cognome con la P. e una freccina  -->  che indica la sua abitazione, neanche servissero segnali luminosi. Certo, quindi lavora a casa sua, ma che lavoro fa? Dunque analizziamo un po': tanta gente che va e viene, moltissime chiamate con conversazioni ambigue che raggiungono la mia cucina del tipo: "Glielo posso fare diventare corto, se vuole"...allora le possibilità sono due: o fa la... ehm...come dire...la signora di compagnia diciamo....o fa la sarta. Devo confessarvi che banalmente per un giorno o due ci ho creduto che potesse essere la prima opzione, ma poi quando le ho sentito pronunciare: "Aaaah, il grande giorno è domani, come si chiama lo sposo?", ho deciso che dovevo convincermi che è una sarta e che deve anche essere molto brava se tutte quelle donne e uomini le portano vestiti da cerimonie da sistemare. Mi sono messa il cuore in pace, ogni tanto vorrei mettere in pace anche le mie orecchie, ma quello purtroppo non potrà funzionare finché ci sarà la signora P. in circolazione. E un'altra cosa sospetta che succede ogni mattina e io non capisco ancora perché è che suo marito (almeno credo sia suo marito) esce circa alle nove di mattina da casa, si mette nel cortile e poi urla "Roby!!!" e la signora P. risponde "Sìììì, arrivooooo". Che ne so, sarà un rito o magari è una prova dell'udito. C'è chi la mattina si alza e fa jogging e chi deve gridare il nome della consorte fuori dalla porta di casa propria. Il risveglio è soggettivo! Nonostante tutto, la posizione di questo appartamento non la cambierei per nessuna signora P. al mondo! Tanto fra poco arriva l'inverno e la signora e il signor P. vanno in letargo. Vi ho fregati, non sono orsi, ma terrò chiusa la finestra e magari non li sentirò.

giovedì 17 settembre 2015

Giorno 10- Looking for a job pt. 4...La svolta!!

La svolta!!- Servizio colazioni in un hotel

Ebbene sì miei cari, finalmente siamo arrivati a una svolta: questa settimana sono passata dalla nullafacente totale a tre lavori i cui orari si incastravano alla perfezione. Oggi vorrei parlarvi di quello che faccio ogni tanto la mattina dalle 6 a oltranza in un hotel. Semplicemente faccio servizio colazioni: arrivano orde di tedeschi affamati e io li nutro sorridendo ma svolgendo velocissimamente il mio lavoro di tuttofare. Io apparecchio, sparecchio, prendo ordinazioni, preparo le cose da portare fuori, spazzo, lavo, faccio i caffè (i cappuccini li faccio ma da sola ancora non mi permettono di farli, ho problemi nello scaldare il latte!) ecc. La cosa snervante del lavoro è che questi tedeschi affamati sono davvero molto affamati e vanno matti per il caffè americano. Ora: spendono un bel po' per la colazione e si bevono acqua sporca, quando hanno compreso nel prezzo caffè e cappuccini di quelli buoni, quelli che gli italiani sanno fare molto bene. Io non sono appassionata di caffè, anzi proprio non mi piace, ma secondo me dovrebbero bere più bevande fatte come si deve. In effetti mi è stato fatto notare che magari non sono abituati ai sapori forti, specialmente di mattina e che quindi è difficile apprezzare l'espresso se hai sempre bevuto acqua e polverina. Ad ogni modo per me è la prima volta che svolgo attività di cameriera e mi sono sentita dapprima molto spiazzata, tanto che mentre mi spiegavano le cose pensavo tra me che non sarei mai riuscita a fare questo lavoro, troppe cose difficili da memorizzare, ma poi mi sono rimboccata (letteralmente) le maniche della mia camicetta bianca e sono partita quasi a razzo e oggi, dopo il secondo giorno di prova, posso dire che mi trovo davvero bene lì, che anche se devo svolgere in tutta fretta ogni tipo di mansione sono molto pazienti con me che non ne so molto e che uno dei pochi lati negativi è che devo svegliarmi a un orario indecente per essere operativa alle 6.
Molti mi dicono che spesso sono insicura e che non ho consapevolezza delle mie capacità, ma con questa nuova esperienza mi sono accorta che io posso fare moltissime cose, se mi vengono spiegate adeguatamente, anche se ogni tanto la cavolata la faccio comunque: ad esempio mi è stato detto di tagliare la torta in dodici fette, continuando le linee fatte dalla mia collega. Io mi sono confusa e ne ho tagliate quindici, non solo più fette del previsto ma pure dispari! Ok, come primo compito è andato male, mi rifarò col prossimo: "riapparecchia quel tavolo", mi dicono. Beh non può essere così difficile forchetta a sinistra, coltello a destra e via, pronto! Forse...no ma che fai? Ah il piattino del cappuccino deve essere dritto. Ah il cucchiaino verso l'esterno. Sì ok, ho capito, il prossimo tavolo sarà immacolato.
Ieri c'era invece moltissima gente e quindi, dopo aver imparato con pazienza dove mettere quale posata e come sistemare alla perfezione il tavolo è iniziato il delirio: dovevo solo apparecchiare con tovaglia e tovaglioli, senza pensare al dettaglio e passare zigzagando velocemente tra dei vecchietti che camminavano strisciando i piedi a una velocità di crociera che potremmo definire "Sei fermo come un iceberg ma molle come un biscotto nel latte", ovviamente senza rovesciare loro addosso roba bollente lasciata da un altro nonnetto imbalsamato. Quando partivano dal fondo della sala per uscirne io facevo in tempo a sparecchiare tre tavoli, riapparecchiarli e fare un caffè e portarlo alla signora e loro erano ancora a metà. Non che la stanza fosse grande, era per dirvi che erano loro il problema! Vi dico solo che nelle prossime notti sono sicura che sognerò i tedeschi in una coda chilometrica che gridano "Kaffeeeeee!!" indicando quell'acquetta putrida dell'americano che finiva ogni dieci minuti. Un signore, stavolta italiano, ha chiesto sia a me che a un'altra ragazza il perché non ci fosse prosciutto crudo né salmone, arrabbiandosi perché aveva pagato un "patrimonio" e non aveva nemmeno il salmone da spizzicare...alle 8 di mattina...e a mezzogiorno che ti mangi, scusa? Giovanni Storti direbbe "Topi morti"
Da Tre Uomini e una Gamba
Un altro uomo, nel suo imperfetto inglese voleva un tavolo per due, io al centro della ressa gli ho risposto quanto più garbatamente possibile che erano tutti apparecchiati per due i tavoli e che poteva sedersi a questo, alla mia destra. Vedendolo titubante gli chiedo se avevo capito quello che intendeva e lui mi risponde con un secco no, che a ripensarci mi fa venire i nervi, perché sembrava un bambino viziato: lui non voleva sedersi in un tavolo attaccato ad altre due persone per fare colazione, lui voleva QUEL tavolo...quello già occupato. Io lo guardo con fare interrogativo e gli faccio capire solo con lo sguardo che ha risolto da solo l'arcano, quel tavolo è occupato, come tutti gli altri tavoli della sala, quindi o ti siedi a questo e mangi con di fronte tua moglie senza preoccuparti di sbagliare a fare piedino e farlo alla moglie del vicino di posto, oppure mangi in piedi. Scegli tu, io non posso usare l'idrante con gli ospiti per farli spostare, mi piacerebbe in realtà usarlo contro di te, ma continuo a sorridere mentre il mio idrante mentale ti sta cacciando fuori dall'hotel con un getto potentissimo!
Che dura la vita di una polpetta con le gambe che cerca lavoro! Però mi sto divertendo tantissimo anche se ogni tanto arrivo a casa un po' troppo stanca e mi addormento ogni volta che mi fai appoggiare in qualsiasi posizione a qualcosa di morbido! Nel prossimo post vi parlerò del mio secondo lavoro, quindi restate sintonizzati!