Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

mercoledì 14 ottobre 2015

Giorno 14- Il martedì sabato

Il martedì-sabato

Buongiorno e buon mercoledì-domenica a tutti! Non sono diventata pazza, semplicemente oggi per me e Demmy è mercoledì-domenica perché siamo di riposo entrambi (io definitivamente da oggi per sfortuna) e quindi di conseguenza ieri non poteva che essere martedì-sabato. E che si fa di solito di sabato sera? Incontri strani. Vi elencherò in ordine cronologico gli incontri che abbiamo fatto ieri in un raggio di al massimo 1 km e naturalmente poi vi spiegherò che cosa hanno significato per me:
  1. la signora che ama i lupi
  2. l'allevatore di tartarughe d'acqua
  3. la confraternita dei Goliardi ovvero uomo-torre uomo-regina
  4. l'immancabile Pifferaia
  5. l'intellettuale appassionato
ebbene, diciamo che non è inusuale fare incontri di questo genere in giro per Trieste, è più raro però farli nella stessa serata, ma andiamo con ordine e iniziamo con il primo incontro ravvicinato...
  1. la signora che ama i lupi. Stavamo passeggiando allegramente con Cora verso il nostro bar preferito (ora faccio un po' di pubblicità è il BarH, in viale) quando una signora, molto magra e dall'aria svampita ci bracca letteralmente dicendo: "è il secondo lupo che incontro oggi!" e guarda Cora con affetto parlando della sua passione per i pastori tedeschi data dal padre, poi mentre parla di un aneddoto del suo pastore tedesco che abitava sopra il Pam, "sai dove ci sono leTorri, ah ma voi non siete di Trieste avete detto, beh sì, conoscete il Pam? Dove ci sono le Torri..." ecc ecc inserisce non si sa in che modo sconclusionato un altro aneddoto su un altro cane, stavolta un bastardino, che avevano chiamato Lem "ma questo non era un pastore tedesco eh, un bastardino, non un pastore tedesco, un bastardino", dicendo che il nome avrebbe dovuto richiamarci  un evento storico che io non ho capito e quindi facevo sì sì con la testa mentre nei miei occhi sfilava il vuoto. Ci dice che ha anche scritto una storia sui suoi pastori tedeschi "sa, la passione ci è stata trasmessa da nostro padre, ma voi conoscete (Tal) allevatore? Ah non siete di Trieste, avete detto", che però ha sempre avuto quattro in italiano e quindi li ha scritti sul computer ma non li ha pubblicati, li leggono solo lei e il suo compagno "A proposito, sto aspettando il mi compagno, deve arrivare fra poco". So che sto scrivendo in modo confuso, un po' con il discorso diretto e un po' indiretto, ma credetemi, lei metteva un grande caos nella conversazione, specialmente quando non ripeteva (come avrete capito) le cose dette due minuti prima. Per fortuna dopo poco ci raggiunge un altro padrone di pastore tedesco, un cucciolone davvero molto bello, che a 17 mesi pesava già 15 kg in più della mia che ha sette anni, ma forse è giusto così. Insomma lui si ferma, i due cani si riconoscono, perché già si erano visti durante una passeggiata e la signora abborda il nuovo arrivato con la stessa identica tiritera: "oh, questo è il terzo lupo che incontro oggi, conosce (Tal) allevatore? E' molto bello il suo cane, sa io me ne intendo di pastori tedeschi, mio padre ci ha trasmesso la passione, è più bello di questo (indica Cora), non offendetevi, ma lui ha un portamento migliore" io stizzita dico che quel cane era in effetti molto bello, ma essendo maschio è ovvio che sia diverso dalla mia femmina e che risulta più bello perché hanno proprio una posizione  diversa i maschi e lei risponde con un "Sì, ma lui è più bello. Mi guardo intorno perché fra poco (mezz'ora che eravamo lì!!) dovrebbe arrivare il mio compagno".....ora....non faticherei a credere che il suo compagno l'abbia abbandonata per strada di proposito, ma comunque ci divincoliamo dalla sua morsa e raggiungiamo il bar (la salvezza) situato pochi passi più avanti e ci rintaniamo perché ci rendiamo conto che la tenacia della signora non demorde e non sta mollando più l'altro padrone che aveva già provato più volte ad andarsene senza successo.
  2. l'allevatore di tartarughe d'acqua. Facciamo un balzo temporale, primo cocktail alla frutta finito, io leggo il giornale e Demmy sparisce fuori dal locale, io lo cerco e lo trovo a parlare con un ragazzo con il chiodo e  non so, mi dava l'impressione che si fosse disegnato le occhiaie, perché erano nere, profonde e ben marcate. Parlano di cani, passano un bel pezzo a parlare di lupi (ancora lupi?!) cecoslovacchi e io mi infilo in modo delicato nella conversazione, a un certo punto il nostro nuovo compagno da bar ci dice di essere un allevatore di tartarughe d'acqua; i miei occhi si illuminano, e tiro un gridolino sommesso del tipo: "UUUUUh io addddoro le tartarughine!!"e lui...riiing gli suona il cellulare, risponde: "Sì, sono qui sto arrivando", ignora quanto aveva appena detto e mi mostra la foto di un animaletto grazioso e minuscolo e mi racconta: "Questa è una fjsijnwjhduwnki (nome palesemente falso ma non ricordo che diavolo ha detto, comunque nome scientifico in latino), è talmente primitiva che non ritira la testa nel guscio ma la sposta di lato e in più non morde per difendersi, ma sputa l'acqua, guarda che carina, qui stava per sputarmi in faccia" è fatta...mi ha conquistata. Parliamo ancora un pochino, insomma questo tizio salva le tartarughe come Gesù con Lazzaro: le recupera più morte che vive e le fa riprendere, un santone!! Ma è ora di spostarci verso un nuovo incontro, forse il più strano;
  3. la confraternita dei Goliardi ovvero uomo-torre uomo-regina.  Salutato l'amico delle tartarughe incontriamo due amici, ci sediamo con loro a bere e stuzzicare qualcosa e mentre parliamo arrivano al bar dei tizi veramente particolari: palesemente nerd, tra ragazzi e ragazze, età media tra i 27 e i 31 anni, tutti con un mantello nero ma di diverse lunghezze. "Quelli" mi spiegano i nostri amici "sono i Goliardi, una confraternita universitaria, sono un po' strani" io rispondo: "Sì, conosco i Goliardi, sono presenti sin dal Medioevo con le prime università, ma non capisco perché siano ancora presenti al giorno d'oggi, che diavolo fanno? Poi, data l'età, direi che sono fuori corso da parecchi anni, ma scusa perché quel mantello?" mi viene spiegato che la lunghezza del mantello riguarda l'importanza che si ha nel gruppo, portano inoltre uno strano cappello verde alla Robin Hood, corredato da toppe sempre a seconda della posizione che ricoprono nel gruppo. Io noto un giovincello, alto con una mantellina veramente ridicola, nera con un motivetto che non saprei definire se non dicendo che sembravano i merli squadrati di una torre, quello deve essere un novellino, penso perché il mantello non gli arrivava nemmeno alla vita: sembrava una copertina per neonati, ma molto più seria. Io faccio notare che quell'abbigliamento li fa assomigliare a personaggi degli scacchi giganti, tutti diversi tra loro e appunto il novellino sembrava un uomo-torre, Demmy poi mi fa vedere un ragazzo, il più anziano con una mantella lunghissima e azzarda che quello fosse un alfiere, ma io lo correggo: l'alfiere si muove solo in diagonale, con quel mantello inciamperebbe, in più deve essere il capo, quindi credo che quello sia definibile l'uomo-regina. La regina lo porta il mantello. Insomma, ci siamo un po' divertiti alle spalle di questa bizzarra setta.
  4. vi evito l'incontro con la Pifferaia che già conoscete e passiamo all'incontro più illuminante e piacevole
  5. l'intellettuale appassionato. Ci viene fame, ormai all'una passata di notte e decidiamo di lasciare il bar e i nostri amici per andare al Pane Quotidiano, un forno aperto 24/24 h . Arriviamo lì, affamati di pizza e Demmy incontra una sua conoscenza, io guardo il ragazzo che è con lui, elegante, cravatta nera, giacchetta, pettinato e barba biondina ben ordinata, non molto alto, ma un sorriso stampato non sulla bocca ma negli occhi. Io l'ho già visto, attacco quindi bottone, aspettando la pizza, cercando insieme a lui le amicizie comuni, sveliamo l'arcano, ci presentiamo e il mio nome (come sempre) fa intavolare un discorso sul libro di Carroll Alice nel paese delle meraviglie, ma stavolta è molto diverso, non termina la frase con un silenzio imbarazzante dopo che io ho detto: "Sì, me lo fanno notare tutti" ma si inizia a parlare dei personaggi, di quelli che apprezzavamo e quelli noiosi, insomma mi perdo a raccontarmela con questo ragazzo che sorride con lo sguardo. La pizza arriva, chiamo Demmy e dopo che lui scopre il nome vero di Demmy (per chi non lo sapesse è Dimitri) parte un'altra piacevolissima conversazione assolutamente intellettuale riguardo la linguistica in particolare russa. Lui ha le redini del dibattito, è palese, questo ragazzo mi sta distruggendo senza però ostentare superiorità, io arranco per stare al passo con lui, ma a quanto pare non lo nota e continua a parlare coinvolgendomi in discorsi di teologia, filosofia e ovviamente sulle fiabe. Oh, finalmente gli rubo la palla, sulle fiabe sono più ferrata io ehi ma che fa, dribbla? Fa goal ancora, ma come fa? Il tempo pare si fermi, io mentre sbocconcello la mia fetta di pizza che tengo con due mani come una bambina ascolto e ogni tanto rispondo, conscia del fatto che probabilmente esono sporca di pomodoro fino alle orecchie, ma non mi sentivo per nulla ridicola. Un'ora dopo quasi, la bolla viene rotta, si torna ala realtà è ora di tornare a casa, salutiamo i nostri compagni di conversazione ed è ora di andare a letto. Mi addormento guardando cartoni di Paperino su YouTube e pensando a quanto bella è stata questa serata insieme a Demmy. Dovrebbe essere tutte le sere martedì-sabato. 

venerdì 9 ottobre 2015

Giorno 13- Le caramelle dagli sconosciuti

Le caramelle dagli sconosciuti

Questo titolo può sembrare un po' particolare e spaventare chi di voi tiene a me, quindi sto aggiungendo questa nota prima di iniziare per assicurarvi che in questo post nessuna Alice è stata sedata, drogata ecc. Ora che vi ho tranquillizzati e vi ho acceso un barlume di curiosità che vi ha fatto chiedere "ma allora cosa intende?", posso iniziare.

Era una fresca sera di inizio autunno, io avevo appena finito di fare un colloquio a Monfalcone, con le mie scarpette da figonza, troppo estive per il periodo ma pur sempre da figonza. Con me c'era Demmy, l'adorabile orso con cui vivo, che mi aveva aspettato in auto per più di mezz'ora e che ora reclamava di fare la spesa. Ma sì, dai cambiamo un po', qui sulla strada c'è un supermercato super, andiamo qui, invece che nei soliti discount sotto casa. Saltiamo la parte della spesa, perché vedrebbe solo discussioni del tipo: "Lo prendo il pollo? O il pollo o la lonza", oppure: "Ma questa è carta igienica o carta assorbente?". Clicchiamo il tasto forward del nostro video registratore di ricordi e andiamo alla scena della cassa. Aspettiamo con pazienza che la vecchietta che non trova le monetine in fondo alla borsa finisca di pagare e intanto io fisso nel vuoto, come probabilmente chiunque stia in coda in cassa, perché altrimenti che vuoi fare? Non sta bene guardare la spesa degli altri, anche se a me piace: fa capire moltissime cose delle persone la spesa, d'altronde si dice: "Sei quello che mangi". Per la cronaca (e poi tornerò a quel momento preciso, che tanto aspettate) la maggior parte delle vecchiette qui a Trieste, quando non sono accompagnate, passano al lettore un cartone di vino bianco e le immancabili, letali prugne secche. Comunque, sono lì, che guardo il nulla dietro alla cassiera truccata come una drag queen, poi appunto mi accorgo di lei e allora guardo la foto attaccata al cartellino, ammazza, penso, questa donna lavora qui da secoli, nella foto è molto più giovane! toc toc, qualcuno mi urta il braccio...è Demmy che mi fa vedere con fare sospetto una scatolina di forma cilindrica tutta nera; che cosa sono, gomme da masticare? Ehi un momento, perché le tiene così? Oddio non le avrà mica rubate, cavolo non è da noi fare queste cose... ma ha pure la faccia tosta di offrirmene una davanti alla cassiera? Faccio no col capino e con uno sguardo torvo, da una che ha intenzione di fargli una lavata di capo con shampoo, balsamo e piega appena saliamo in auto. Lui dopo il mio rifiuto fa spallucce e se ne caccia una in bocca. Paghiamo e usciamo dal luogo del misfatto, salgo in auto, lo guardo negli occhi e dico: "Le hai rubate?", faccio da cerbiatta ferita attendendo la sua risposta: "No, non le ho rubate, le ho prese l'altro giorno", "E allora perché le tenevi in quel modo, prima? Sembrava che volessi sfidare l'acume della cassiera" (non credo di aver utilizzato davvero la parola acume, ma concedetemela!) e lui giustamente risponde: "Le tenevo come, scusa?" insomma, falso allarme, si era prodotto tutto nella mia mente malata che non aveva altro da fare in fila che giocare a Sherlock Holmes. "Beh in questo caso ne prenderò una, brrr ma sono alla liquirizia, Demmy? Non mi piace la liquirizia" avevo tutto il motivo di credere che fossero alla liquirizia perché erano nere, ma poi ne annuso una, come una bestiola diffidente e realizzo che sono alla menta, ok si può fare, la metto in bocca. "Omnom, uh le mie preferite, quelle ultra forti!" nel frattempo esco dal parcheggio e non so per quale motivo, continuo a parlare di gomme da masticare. La cosa che mi preoccupa è che mi capita spesso di intrattenere discorsi chilometrici su cose banali, ma lasciamo correre. Nel frattempo inizio a starnutire, la menta mi è salita al naso. "Allora" continuo io, "Sono molto buone eh, ma mi lasciano questa strana sensazione in bocca, non so mi prude la gola" mi fermo al benzinaio per rifornimento e intanto la gola mi va a fuoco, che cavolo sto mangiando? Guardo Demmy e vedo in lui il volto di chi realizza di aver fatto una cosa un po' stupida, ma tranquillamente afferma: " Ah, ecco sì, ora ricordo, sono gomme alla nicotina, ecco perché sono nere ma sanno di menta e non di liquirizia" io impallidisco, sguardo spiritato e dalla mia bocca esce solo un: "Cosa mi hai dato tu??" sputo la gomma, blee schifo schifo, datemi qualcosa da bere, oh sì, quella disgustosa bibita energetica in lattina che a lui piace tanto, la assaggio, mmm non è così male, o mamma ha peggiorato la situazione, adesso mi brucia tutto e ancora di più! Piano piano il bruciore svanisce e io, come se mi avesse dato una gomma avvelenata, sbotto allibita: "Tu....mi hai DROGATA!! E se diventassi dipendente da nicotina e mangiassi solo gomme alla nicotina, che faremmo eh? Tu stai cercando di smettere di fumare e induci me a diventare dipendente da qualcosa? Uh, ma le hai prese per smettere di fumare, che carino sei!" "Non preoccuparti," mi tranquillizza Demmy "ti conosco, non le prenderesti mai, una confezione da dodici costa 3 euro e 50, non pagheresti mai così tanto per così poco e nemmeno io lo farei, le ho prese per provarle, hanno lo stesso sapore di quelle alla caffeina ." Sì, ha ragione, sono un po' formichina  che risparmia per l'avvenire e poi so benissimo che non si diventa dipendenti con una gomma, ma ero sconvolta e un po' volevo far sentire in colpa lui. Insomma, ora ho anche sperimentato il "Non prendere le caramelle dagli sconosciuti" che le nostre mamme tanto ci ripetevano ogni volta che andavamo al parco. Certo, Demmy non è uno sconosciuto, era solo dimentico del fatto che la scatolina che era in tasca non era proprio prodotto da offrire a chiunque, specialmente ai non fumatori; io in questo caso cambierei la frase in: "Non prendere le gomme da masticare dai distratti", suona molto bene, non vi pare?