Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

venerdì 18 dicembre 2015

Giorno 21- i Cupcake

I Cupcake

Dunque, oggi vorrei darvi alcuni consigli su come NON fare dei cupcake. Premetto che era la prima volta che provavo a farli e che il gusto, a differenza dell'aspetto, è decente. 
Il mio rapporto coi cupcake nasce poco più di un anno fa, al compleanno di una mia amica, maga dei cupcake. E' lì che assaggio il mio primo (e tuttora considerato il più gustoso) cupcake della mia vita. Era ai mirtilli: ripieno di marmellata e frosting viola, dal leggero sapore acidulo. Una meraviglia. Successivamente, mi sono appassionata sempre più a questi pasticcini ipercalorici guardando la serie comica 2Broke Girls (non la conoscete? cliccate qui per vedere tutte le stagioni in streaming!) in cui due amiche dal carattere e dalle origini completamente diversi, decidono di fare di tutto per aprire un negozio di cupcake. La serie mi ha sempre interessata (non solo per il cibo!) ma anche per il fatto che le ragazze hanno un non so che di vero, reale, che le discosta molto dalla situazione delle classiche fiction americane, in cui tutto va sempre bene. 
Comunque, oggi, come già detto, decido di preparare i miei primi cupcake, parto con straordinari pensieri su come farlo e arrivo al punto di optare per qualcosa di semplice: ripieno di marmellata ai frutti di bosco e frosting bianco. Leggo moltissime ricette, perché la maggior parte delle cuoche italiane li fa non ripieni (praticamente dei muffin con un po' di glassa sopra) e faccio fatica a trovare quella che si adatta a me. Riesco a scovarne una, particolarmente carina su questo blog, in cui finalmente viene spiegato come fare il cupcake, quello vero, con il ripieno e tutto quanto in regola. Per il frosting, però, ho usato un altro sito (questo), perché non avevo il Philadelphia, quindi dovevo usare solo il burro.
Ok il risultato di un cupcake medio dovrebbe essere questo:

Il mio risultato, invece, si discosta un pelo, da ciò che tutti chiamerebbero "cupcake"...in sostanza è quello qui sotto


Ora...mi rendo conto che sono decisamente diversi: prima di tutto il mio "frosting" non è un frosting, lo definirei una crema bianca che si lascia lentamente andare e la seconda cosa che sicuramente salta all'occhio è, Alice cara, ti sei accorta che per fare un cupcake nella norma dovresti mettere uno sopra l'altro tre di quegli obbrobri che hai sfornato? Io e Demmy, dopo un attento assaggio e una severa analisi, abbiamo trovato un nome a questi "cosi": essi non sono altro che una Cupcakata. Inutile dirvi dalla fusioni di quali termini è uscito questo neologismo. Al palato risultano buoni, ma ci sono un bel po' di cose da cambiare, prime tra tutte, la consistenza sia della pasta, che della glassa. Ecco quindi i consigli che sento di dovervi dare, per NON fare quello che ho fatto io mentre partorivo le mie Cupcakate:
  1. mettete più impasto nei pirottino: probabilmente io avevo dei pirottini più larghi, rispetto a quelli richiesti, quindi, fidatevi del vostro istinto e non seguite sempre la ricetta alla lettera
  2. ancora una volta fidatevi dell'istinto e non fate diventare marroni i pasticcini, altrimenti si induriscono troppo, spegnete tutto quando vi sembrano pronti ma badate bene: se la ricetta dice 180 gradi, non impostate il forno a 200, va bene seguire l'istinto, ma la ricetta ha ragione nella maggior parte dei casi
  3. aggiungete più lievito, perché mezzo cucchiaino scarso non aiuta moltissimo    
  4. mettete meno zucchero a velo per fare la glassa così poi non dovrete aggiungere il latte, perché altrimenti diventa molliccia.


Ecco qui i miei consigli. Sono sicura che la prossima volta andrà molto meglio, anche perché alla fine erano i primi, non mi aspettavo chissà che, anzi, la mia amica Giulia ha detto che se fossero usciti al primo colpo sarei dovuta andare a Bakeoff Italia. Mi spiace, Giulia, è andata male, parteciperò alla prossima edizione magari!
Ma non scherziamo, una cosa molto piacevole che ha detto Demmy (appassionato di cucina) dopo aver mangiato ben due delle mie Cupcakate è stata: "Beh, a parte l'aspetto, per essere la prima volta, il sapore è molto buono, sicuramente hai fatto meglio di quello che avrei fatto io"
"Ah sì? Perché, che avresti fatto tu?"
"Non li avrei fatti"
Date una medaglia a quest'uomo!

mercoledì 9 dicembre 2015

Giorno 20- Babbo Natale esiste?

Babbo Natale esiste?

"It's the most wonderful time of the year" canticchiava allegramente Andy Williams, riferendosi al Natale (per il video clicca qui). E io concordo in pieno pienissimo. Ora la domanda che sorge spontanea da tutta la vita, da quando si è bambini è: "Ma Babbo Natale esiste davvero?".

Quando si diventa grandi si è convinti che quel panciuto ormone con la barba bianca e la divisa rossa sia un'invenzione mediatica per fare più soldi e si smette bellamente di credere. Sapete che vi dico? Io ci credo! La questione è semplice, se dovessimo credere solamente a ciò che vediamo, saremmo fritti. Tutte le religioni sono basate su cose che nessuno può testimoniare con certezza di aver visto. Nessun reporter ha intervistato Mosè, chiedendo: "Allora, signor Mosè, ha davvero creato uno spartiacque per far passare gli ebrei nel Mar Rosso? Ci racconti." Però in tanti ci credono e allora perché non credere a Babbo Natale? Concedetemi di ritenere vere sia  le imprese di Mosè che quelle di Babbo Natale che le non meno strane gesta di Maometto, che fece un viaggio fluttuando nell'aria.
Babbo Natale è sempre stato una costante fissa della mia vita e l'idea di affermare che non esiste mi fa stare male, per il semplice fatto che a lui sono legati molti dei più bei ricordi della mia vita.
Era il periodo di Natale quando...
...tutta la mia famiglia si riuniva (e lo fa anche adesso, anche se piano piano siamo sempre meno) e mangiava cibo a sazietà fino a scoppiare.
...si giocava a carte fino a mezzanotte, per aspettare l'arrivo di Babbo Natale.
...Babbo Natale era un vicino, uno zio, il tuo papà o persino tuo fratello calvo, travestito di tutto punto, che da dietro l'angolo, prima di entrare in scena per noi bimbi si grattava la barba sostenendo che prudeva da matti.
...noi bimbi, d'altro canto, eravamo un po' delusi nel riconoscere sotto quei chili di cotone e stoffa il viso dei nostri familiari, ma d'altronde eravamo abbastanza saggi (molto più di quanto lo siano gli adulti) da capire che Babbo Natale non può andare a conoscere tutti i bambini del mondo di persona e quindi ogni anno delega qualcuno per rappresentarlo, un po' come fanno i presidenti. L'anno prossimo magari incontreremo quello vero.
...mia mamma faceva le sue famosissime cadute, in cui lei andava giù di faccia, ma salvava immancabilmente qualunque cosa avesse in mano. Ricordo perfettamente quel Natale in cui è inciampata su un passeggino, è cascata distesa a terra, mantenendo però ben salda l'insalatiera di vetro con dentro le cicorie.
...io e il mio papà portavamo in casa enormi scatoloni dal garage e impiegavamo una mattina intera ad addobbare casa. Poi quando tutto era finito, grondanti di sudore, pieni di polverina glitterata e con le mani nere si guardava il lavoro e si tirava un sospiro di gioia e soddisfazione e si aspettava che arrivasse la mamma a urlare "Beeeellooo", anche se le palline penzolavano in modo disordinato, le pecorelle avevano i chiodi al posto delle zampe e alcune lucine ogni anno decidevano di abbandonarci.
...andavo a fare shopping con mia sorella, per gli ultimi regali di Natale e partiva la solita frase: "A te niente, perché hai ricevuto tanti regali durante tutto l'anno", ma poi sapevo che Babbo Natale non si sarebbe dimenticato di me.

Questi sono alcuni dei miei ricordi del periodo di Natale, "the most wonderful time of the year", quindi, avete ancora intenzione di sostenere che sia una stupida a credere a Babbo Natale? Non è tanto la certezza della sua esistenza effettiva che mi fa stare bene, bensì la certezza che ogni volta che penso a lui ho voglia di fare regali, di abbracciare la mia famiglia e dir loro che anche se sono lontana io penso a loro tutti i giorni e ho voglia di convincere il mio nipotino, ancora troppo piccolo per farsi problemi del genere, che Babbo Natale davvero esiste, che è dentro il suo cuoricino e che se tutti un po' ci crediamo, allora forse in qualche modo esiste sul serio. Quindi caro Babbo, se ci sei (ma lo so che ci sei), fai che il mio nipotino abbia ogni anno il Natale più bello della sua vita, come è capitato a me.
Ps. Io l'ho scritta la letterina a Babbo Natale.

Trieste, 8 dicembre 2015
Babbo Natale
Villaggio di Babbo Natale
Polo Nord

Carissimo e amatissimo Babbo Natale,
Quest’anno sono stata abbastanza buona, ma tu questo lo sai o lo deciderai da te. Ci sono molte cose che mi piacerebbe avere per Natale, tanto che è quasi un mese (praticamente da quando me l’hanno regalato) che tengo una lista dei regali che mi piacerebbe ricevere sul cellulare.
Dunque, la cosa che più mi piacerebbe ricevere, caro Babbo, sono un paio di scarpe invernali nuove, perché le mie sono tutte rotte internamente e quando andavo a lavorare dovevo usare altre scarpe che però erano estive e alcune volte avevo freddo. Ora ti sembrerà strano che chieda così spudoratamente le scarpe visto che a me piacciono le sorprese, ma d’altronde quest’anno mi servono proprio delle scarpe nuove.
In alternativa mi piacerebbe avere Dracula di Bram Stoker in lingua originale, Babbo, se cerchi bene su Amazon lo trovi a circa 2 euro comprese spese di spedizione.
Mi piacerebbe avere anche un Joypad per playstation3, perché noi ne abbiamo solo uno e non possiamo giocare insieme, oppure il videogioco Mortal Kombat per playstation3, non mi ricordo come si chiama, ma è quello che a un certo punto puoi anche sbloccare Krathos, il protagonista di God of War, ormai è uscito da tanto e quindi è conveniente.
Come vedi, Babbo ho tantissime cose che vorrei, alcune costose altre no, alcune davvero necessarie, altre proprio no. In ogni caso te li ho messi in ordine di utilità.
Invio questa lettera via mail a mia sorella Vici, così ci penserà lei a spedirtela, perché io non so bene come funziona il sistema postale.
Ti ringrazio per l’attenzione e ti mando un forte abbraccio e un buon Natale a te e consorte

Alice