Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

lunedì 25 gennaio 2016

Giorno 25 - Looking for a job pt. 5: Palloncini per tutti

Looking for a job pt. 5: Palloncini per tutti

Ebbene sì, ho trovato come al solito un'occupazione (per ora non retribuita) in cui io per tre ore devo tenere dei piccoli scatenati bambini a una festa di compleanno, fare giochi, balli e soprattutto palloncini.
Zam zaaaaam....
dovete sapere che il mio rapporto coi palloncini non è dei migliori, da piccola li detestavo, veramente tanto. Mi stavano antipatici perché non potevi giocarci che esplodevano, quindi tu volevi un cagnolino da abbracciare e pum, ti arrivava una pizza in faccia, gentilmente offerta dal palloncino che decideva di esplodere. Beh, ora devo produrli in stock, alle feste di compleanno, mentre i genitori tagliano la torta e cercano di tenere i bambini il più lontano possibile da coltello e opere di alta pasticceria: vi dico solo che alla festa a cui sono andata io a fare l'animatrice c'erano due torte: una a tema La sirenetta e l'altra a forma di faccia di Darth Vader. Mitica! Comunque, per ora ho imparato a fare: cagnolino, giraffa, spada e sciabola, dopo molto allenamento. Ma intendo proprio molto eh, ora quindi mi sembra lecito mostrarvi una foto che traduce al meglio quello che intendo con "Molto allenamento".
Ho creato un esercito quasi invincibile che consta di otto cagnolini, tre giraffe, tre spade e due sciabole, senza contare quelli che mi hanno esploso con uno stuzzicadenti durante una cena con gli amici. Se avessi una polverina magica per dar loro vita potrei tenere la porta di casa aperta e non temere l'incursione di nessuno. Metterei al comando Cora, che dovrà impugnare la spada blu e come capitano direi che dovrei nominare quel minuscolo cagnolino rosa che vedete in foto, così anche lui si sentirà grande. 
Devo confessarvi che comunque a quella festa ho deluso due bambini con i miei palloncini: il primo voleva la sciabola, ma è uscita una cosa veramente inguardabile, tanto che lui con il labbrino tremulo l'ha smontata e ha tentato di giocare ugualmente coi suoi amici; fortunatamente dopo mi è stato svelato un trucchetto per una sciabola perfetta e quindi gliel'ho sistemata. L'altro (e di questo un po' mi sento in colpa) voleva a tutti i costi un cagnolino nero. Io non avevo i palloncini neri, quindi ho dovuto recuperarli dalla mia collega che ha fatto un attento esame per capire se era realmente nero. Io gonfio, gonfio, gonfio, gonPUUUM...mi esplode il palloncino, il bambino si chiude a riccio e io lo tranquillizzo e gli dico che gliene farò prontamente un altro. Intanto la fila si stava allungando dietro di lui e gocce di sudore imperlavano la mia fronte ovviamente paonazza (quando mai). Acchiappo al volo dal sacchetto un altro palloncino nero e gonfia gonfia gon...un momento...ma è viola! "Eh bambino, sono un po' indaffarata, tienilo viola, va' che bello il viola, il mio colore preferito quasi". Il bambino fa diventare gli occhi due fessure, guardandomi con odio e ribrezzo, prende il suo tristissimo cagnolino viola che voleva nero, lo consegna ai genitori e frega una spada a un altro bambino e si mette a giocare. Questo si chiama stile! O bullismo, sono un po' confusa al momento.
Ad ogni modo, quando capirò perché Blogger rema contro di me questi giorni, inserirò un post in cui metterò un video su come fare il palloncino a forma di cagnolino. Chissà che poi non vi appassionate anche  voi e a Natale, invece delle strenne per i vostri cari, fate le renne! Coi palloncini, intendo...Non vi sto dando dei cornuti, lungi da me...


martedì 19 gennaio 2016

Giorno 24- L'incursione in casa

L'incursione in casa

Se mi trovate a scrivere a quest'ora questo post è perché probabilmente mi sono svegliata un bel po' di tempo fa , non per volontà mia, e ho avuto abbastanza tempo per recuperare la lucidità e poter scrivere il perché della mia prematura sveglia. Oddio sono le 9:30 del mattino, non è così presto direte voi, sì ma io sono abituata ai ritmi da studentessa universitaria, che studia da quando si sveglia fino all'ora di cena, ma che non sa esattamente a che ora si sveglia: sicuramente prima di pranzo, perché i pasti non si saltano mai, sono sacri!

Dovete sapere che a dicembre io, Demmy e persino Cora siamo andati al comune di Trieste per richiedere un cambio residenza: ci avvertono che arriverà un vigile o un funzionario del comune nelle settimane successive per accertare la nostra residenza, quindi entrerà in casa, darà uno sguardo veloce, farà qualche domanda e se ne andrà. Ora...noi avevamo sottolineato che il nostro campanello, come forse sapete, non funziona (vi rimando al Giorno 18)  e che io avrei dato la disponibilità la mattina, ma che avrebbero dovuto chiamarmi, altrimenti io non avrei potuto immaginare che qualcuno ci avrebbe cercati. 
Stamattina è una mattina un po' particolare: avevo intenzione di dormire beatamente (cosa che so fare molto bene) fino alle 10:20 circa, cioè al solito orario in cui mi sveglio, perché aspetto una notizia importante da Demmy che arriverà solo intorno a quell'ora; così, per non rodermi il fegato con preoccupazioni inutili, pensavo di restare priva di coscienza fino al momento fatidico. E invece NO, perché alle 8 (ve lo scrivo anche in lettere, così che capiate il trauma, OTTO!), ricevo una chiamata sul telefono di casa. Io, emozionata e convinta fosse Demmy (e quindi convinta anche che fossero le 10) rispondo: voce impastata e da baritono "Proontoooh". "Ehm, buongiorno, sarei del comune di Trieste, io la starei cercando per la questione della residenza ma al citofono non mi risponde nessuno"....mi è venuta voglia di dire: *Ma allora siete rincitrulliti tutti, ve l'ho detto che non funziona, come ve lo dovevo spiegare, coi disegnini?* e invece ho risposto così: "Sìh, è rottoh, sono al terzo pianoh, vengah". Vorrei precisare che le H presenti nella frase, sono il modo scritto per rimarcare la fiatella mattutina che pervade le mie fauci fino al momento in cui lavo i denti. Inizio a scartarmi come una caramella dal piumone, mi alzo per aprire il portone alla signora e mi accorgo di essere in mutande e T-Shirt. Nessun problema, metto i pantaloni del pigiama...no, che vergogna, i pantaloni rosa no, altrimenti crederà seriamente che sia un'abusiva, dove cavolo sono i pantaloni della tuta? Infilo i pantaloni e di corsa mi presento sulle scale, perché in realtà noi siamo al secondo piano e mezzo ma mi vergogno a dire così, sembra che sia una patita di Harry Potter che cerca il binario 9 e 3/4. Mi si para davanti una donna, sulla quarantina, con una giacca a vento giallo canarino, sciarpa e cappello color senape e occhiali con la montatura a punta, da signora degli anni '60. La faccio entrare, ringraziando tutti i santi cristiani e anche gli dèi dell'Olimpo perché per una volta avevo la cucina in ordine. Lei inizia a scartabellare una cartellina con fogli disordinati e farmi domande. Cora intanto borbotta da sotto il tavolo, la signora mi manda a cercare un documento in stanza da letto e prego gli stessi santi e dèi di prima che Cora non se la mangi e che lei non entri in camera, per ben due motivi: il primo è che c'è odore di bara chiusa e il secondo è un cartello stradale del comune di Trieste appeso al muro...non sarebbe stato facile spiegare che la bacheca delle calamite è in realtà un loro pezzo di strada. Cora arriva dietro di me: "meno male, almeno so che non finirà sbranata, non saprei dove nascondere il cadavere", penso; si siede ritta appoggiandosi a me e guarda con sguardo torvo e orecchie abbassate l'intrusa, tipo così, come Maximus di Rapunzel che vedete nell'immagine sotto.
Immagine presa dal web
Niente, tutto risolto, lei precisa che è qualche giorno che si attacca al citofono, ma nessuno risponde, io ribadisco per l'ennesima volta che avevo detto di chiamare e alla fine decide che viviamo lì con regolare contratto di affitto, che non siamo abusivi e che siamo persone perbene (grazie Zeus, che non l'hai fatta entrare in camera da letto) e se ne va, lasciandomi con il cane stizzito, i capelli all'aria e il sonno troncato a metà...e la fiatella!! Forse è per quello che aveva fretta di andarsene...

martedì 12 gennaio 2016

Giorno 23- Dracula 2.0

Dracula 2.0

Per Natale ho ricevuto su richiesta (vedi la letterina che ho scritto a Babbo Natale qui) il libro Dracula in lingua originale. E' stato un piacere...lo avevo letto in prima superiore in italiano e, se possibile, in inglese è 10 volte più bello. Io sono appassionatissima di Dracula, intendiamoci però, della storia originale, anche se il film Dracula Untold mi è piaciuto molto, nonostante si allontani completamente dal romanzo di Stoker, perché racconta il modo in cui Dracula diventa quello che è, un succhiasangue parassita, ma molto affascinante e misterioso. 
Mentre mi facevo i fatti miei al gabinetto (luogo di pensieri profondi) ho pensato: "Ma come sarebbe il romanzo di Bram Stoker se fosse scritto e ambientato ai giorni nostri?" 

Immagine presa dal web. Non è divertente?!

E qui parte il degrado: prima di tutto sono sicura che non sarebbe strutturato con passi dei diari dei personaggi o con scambi epistolari ma con le loro pagine Facebook e i messaggini di WhatsApp. Vi faccio un esempio.

Dalla pagina facebook di Jonathan ElMacho Harker:

è annoiato. Che barba raga, sono stato mandato all'estero da quel "sola" del mio capo per concludere un affare con un vecchio ricco sfondato. Ero preso bene perché dicono tutti che l'Est Europa è una bomba, ma qui fa veramente schifo. Non ci sono che alberi, spero di tornare presto che ho @Mina Murray che mi aspetta.

Presso Transilvania.

o anche:

Dalla pagina facebook di Mina Murray CaramellaSweet:

ceh, quella sonnambula della mia best se ne va in giro la notte a piedi scalzi e io devo andare a recuperarla. Troppo sotto. 

Con Lucy Westenra.


E così via...inoltre, vorrei farvi notare che Dracula sarebbe molto più schizzinoso nel 2016: "No amico, capiamoci,  io il sangue te lo succhio, ma ti scarto i globuli rossi perché alzano il colesterolo e fanno venire il cancro. E sai, per un immortale è un bel casino. Ah poi facciamo presto che vado a fare jogging con una pipistrella mica male eh, non vorrei far tardi". Sempre che Dracula ci arrivi in Inghilterra: coi tempi che corrono, i pregiudizi sugli stranieri giocano a suo svantaggio. E vogliamo parlare di Van Helsing? Lucy muore (non voglio fare la spoiler, ma d'altronde penso la conosciate tutti la storia) e nel 21esimo secolo lui, che ha tentato di salvarla invano, passerebbe un brutto quarto d'ora e probabilmente verrebbe denunciato dalla famiglia Westenra per negligenza. Poi anche lui è uno straniero, figuriamoci.

Non mi dilungo oltre, perché credo di aver già raggiunto il limite del disagio, ma quello che ho concluso con questa mia analisi è: il romanzo originale è un'opera davvero moderna e innovativa, è perfetta così, anche se in alcuni passaggi un po' lenta e sono arcisicura che se fosse stato scritto negli ultimi anni, io probabilmente non lo avrei letto e credo che non avrebbe potuto fare la storia; si è infatti aggiudicato il titolo di romanzo immortale, un po' come il suo protagonista, penso grazie all'effetto novità che ha colpito i lettori dei primi anni del '900 e che continua a stupire quelli di oggi, me compresa. Purtroppo molti dei libri fantasy che riguardano i vampiri degli ultimi dieci anni, sono delle palle mortali, pieni di romanticismo e scevri di azione e soprattutto di significato. 
Ad ogni modo, detto questo, posso aggiungere che sono quasi tentata di scrivere davvero il mio Dracula 2.0 e aggiungerlo per ovvia conseguenza alla lista dei libri rivoltanti sui vampiri. Così, nel caso me lo chiedeste....

lunedì 4 gennaio 2016

Giorno 22- Cose che ho imparato nel 2015

Cose che ho imparato nel 2015


Con l'inizio dell'anno nuovo è giusto fare un resoconto della situazione e sistemare i propri buoni propositi, nonché riflettere sulle cose imparate nell'anno passato. Il 2015 è stato un anno di svolta per me: mi sono trasferita a Trieste, mi sono laureata, mi sono iscritta (ma non ancora immatricolata, me tapina) a una nuova università, ho lavorato e sto cercando in modo continuativo lavoro. Quante cose sono cambiate in soli 365 giorni. Ho paura del 2016 perché i giorni sono 366 e, credetemi, se c'è una cosa che ho imparato nel 2015 è che un giorno può fare la differenza. Ora entrerò nel pratico, facendo un elenco delle cose che ho imparato durante il 2015, così che possiate ripercorrere anche i post di questo blog insieme a me:

  1. quando fai la lavatrice, ricorda sempre di guardare le etichette, specialmente se sei alle prime armi: un maglione taglia XL potrebbe diventare grosso come la camicetta di Ken e un paio di mutandine bianche e rosa possono diventare verdi (vi rimando al Giorno 15, giusto per capire di cosa sto parlando)
  2. quando un indiano ti dice: "cuoce in 20 minuti" non fidarti, i tempi di cottura saranno decisamente ridotti. Le lenticchie cucinate a Capodanno sono diventate una pappa scotta e informe, solo perché io incosciente ho deciso di non seguire il mio istinto, ma di ascoltare i consigli dell'indiano e aspettare i fatidici 20 minuti
  3. un giorno qualunque può diventare un giorno speciale, basta volerlo (leggete la mia avventura del martedì-sabato)
  4. ritagliarsi uno spazietto della casa tutto per sé è il modo migliore per sentirsi bene con se stessi ed essere produttivi, specialmente nello studio
  5. per vedere se un rossetto vale devi metterlo per una mattinata intera, ovviamente dopo esserti lavata i denti, e fare tutte le cose che fai solitamente la mattina: bere caffè, morderti le labbra dal nervoso, spalmarti a faccia in giù sul divano ecc. Se prima di pranzo il rossetto non ti ha ritirato le labbra come prugne secche e non si è ridotto in tanti pallini pixelati, allora vale
  6. quando ti regalano tanti quaderni per la laurea, non ti resta che scriverci qualcosa
  7. ho imparato che anche i parcheggi sono delle piccole (e strette) sfide quotidiane. Più sfide al giorno coglierai e più ti sentirai forte e bene. Per inciso, ho imparato a parcheggiare, anche se non ancora perfettamente
  8. se il lavoro che fai è una cosa che ti piace, il tempo volerà e potrai tornare a casa più allegra (vi metto l'etichetta dei post in cui cerco lavoro)
  9. se non sai stirare, non stirare, credimi basta sederti per 10 minuti sul capo e torna come nuovo. NB non sederti sulle camicie, quelle forse sarebbero da stirare
  10. se la casa ha una parvenza di ordine, poi ti sentirai meglio; chiedo scusa alla mia mamma per tutto il disordine che ho lasciato in giro da 20 e passa anni. Ora so cosa prova.
Ora passiamo ai miei buoni propositi del 2016, tranquilli, io volo basso, non c'è pericolo che possa desistere fra qualche settimana:

  • trovare lavoro
  • studiare come ho sempre fatto, quindi bene e in modo costante
  • smettere di rimandare tutto a domani.


E i vostri propositi quali sono? Che avete imparato dal 2015?