Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

giovedì 31 marzo 2016

Cucina con Alice- Il ramen fattimiei

Il ramen fattimiei

Eccoci con una nuova ricetta sfornata proprio stasera per il mio pancino e per voi lettori di passaggio. Questa ricetta si chiama Ramen fattimiei. 
Come alcuni di voi sapranno, il ramen è una zuppa giapponese fatta con noodle (spaghettini di riso buonissimi), brodo di carne o pesce e altri pochi ingredienti e, come tutte le zuppe, è un piatto molto povero ma nutriente.

Ora, io ho inventato un ramen tutto mio, preparato con comunissimi spaghetti e verdure e l'ho nominato fattimiei perché quando la gente che ne sa molto di ramen ti chiederà con stizza con cosa lo hai cucinato, tu risponderai prontamente: "Fatti miei". 
Premetto ovviamente che si discosta moltissimo dalla ricetta orientale e che la mia è una rivisitazione nostrana, anzi noSTRANISSIMA di questo piatto caldo, però vi assicuro che è tanto buona, tanto veloce da cucinare e tanto divertente da mangiare.

Ingredienti per 2 persone:
  • Una carota, pelata e tagliata a rondelle di spessore medio
  • una zucchina, tagliata a rondelle di spessore medio
  • un quarto di cipolla a pezzetti
  • mezzo spicchio di aglio
  • acqua q.b.
  • pepe
  • paprika e coriandolo (a piacere)
  • 130 gr ca. di spaghetti
  • un uovo
  • mais (a piacere)
  • un cubetto di dado di carne

Ok, bene, tagliate la cipolla e l'aglio, soffriggeteli in una pentola con un po' d'olio e aggiungete la carota e la zucchina (e il mais). Riempite la pentola di acqua e lasciatela scaldare senza coperchio fino al raggiungimento del bollore. Aggiungete il dado, il pepe (e le spezie) e lasciate cuocere la zuppa per cinque minuti. Aggiungete gli spaghetti spezzati in tre parti e lasciate cuocere il tutto. I tempi potrebbero variare in base ai tempi di cottura degli spaghetti, i miei sono pronti in sette minuti, ma regolatevi voi, calcolate in tutto poco meno di quindici minuti da quando l'acqua bolle.
Circa trenta secondi prima che gli spaghetti siano cotti, fate un mini vortice al centro del brodo e buttateci l'uovo leggermente sbattuto in precedenza. Quando farà dei filamenti bianchi e gialli spegnete il fuoco e la zuppa è pronta da gustare.

Volevo mettere una foto del mio ramen fattimiei, ma non è facile far sembrare invitante una zuppa così semplice, quindi userò la tecnica del "Fatti miei" anche in questo caso.

Ecco....se sostituite gli spaghetti con del pollo a cubetti vi uscirà la zuppa di pollo fattimiei. Ricordatevi solo che il brodo sarà appunto fatto di pollo e che  quindi dovrete prepararlo prima cuocendoci dentro il pollo (mi sembra ovvio), mettendolo da parte e poi fare tutti i passaggi del ramen fattimiei. Mi raccomando, CUOCETE IL POLLO prima delle verdure!

Ebbene, siamo giunti alla fine anche di questa ricetta un po' particolare, lo so, non giudicatemi; quando si abita senza la mamma che cucina e si occupa di te, si cerca in tutti i modi di mangiare bene ma senza perderci troppo tempo, quindi in qualche modo si deve diventare un po' cuochi di mondo, senza dimenticare però anche le proprie tradizioni culinarie. Provate anche voi a fare piatti di altre culture, sconvolgendone la ricetta per venire incontro alle vostre possibilità economiche ed alimentari! Vi divertirete un mondo e cambierete un po' il solito menù del giovane disperato che cerca di mangiare sano ed immancabilmente non ci riesce.

domenica 20 marzo 2016

Giorno 28- Looking for a job pt.6: Benvenuta all'Inferno

Looking for a job pt. 6: Benvenuta all'Inferno

Questa è la frase che ho sentito il mio primo giorno di lavoro. Certo non è tra le più incoraggianti, ma è sicuramente una delle più realistiche. Cosa faccio? Insegno. Insegno a ragazzi dai 15 ai 24 anni (principalmente, poi ho anche cinquantenni talvolta) le lingue straniere. 
Ma andiamo con ordine.

Tutto è iniziato quando un ente scolastico privato tra i più conosciuti e criticati d'Italia (orsù, avete capito a cosa mi riferisco) mi contatta, dopo aver letto un mio annuncio disperatissimo su Subito.it per la ricerca di un lavoro. Offerta del lavoro: tutor in lingua inglese, francese e tedesca, con insegnamento anche di lingua italiana per studenti delle medie. Occasione imperdibile per me, che sono tre anni che dico che voglio insegnare. Purtroppo nelle scuole statali non posso ancora insegnare, perché devo avere la laurea specialistica, ancora in corso per me, però questo lavoro mi permette di insegnare e guadagnare esperienza con due anni di anticipo, che non sono pochi. Comunque, fatto sta che, vedendo il mio entusiasmo e una parvenza di serietà (credo che abbiano capito che non ho tutte le rotelle a posto, ma si sono affidati tanto sulla mia proverbiale motivazione), mi offrono il lavoro e: "Signorina, lei comincia lunedì prossimo, non c'è tempo"...."Scusi?!? Ma ma....e i programmi? E i libri? Oh, qualcuno mi aiuti, non ve ne andate tutti." Fortunatamente io devo sostituire la responsabile didattica, che mi ha aiutata tanto nei tre giorni che mi restavano prima di lanciarmi nella vasca dei piranha, con un corso intensivo di: "Conosci i demoni, combattili e istruiscili per bene". 
Arriva il lunedì fatidico, mi sento tanto Matilda del film Matilda sei mitica! il suo primo giorno di scuola: ci mancava solo che mi mettessi con cura il fiocchetto rosso tra i capelli! Mi prendo la mia cartellina verde acido (eh sì, proprio quella che mi ha aiutato durante la stesura della mia tesi, se non sai a cosa mi riferisco leggi il post del Giorno 16) e mi avvio verso la sede, che guarda caso, è a 5 minuti a piedi da casa mia, in fondo al viale pedonale, quello dove ci sono tutti gli individui strani di cui ho parlato nei post precedenti.

Insomma, arrivo, tutta emozionata e imbellettata, con un sorriso enorme e tanta voglia di fare e "Dunque, vediamo, ora ho due ore con le medie, poi un'ora con le superiori e poi pausa di mille ore e uno studente individuale, sì dai, oggi possiamo farcela!"
Prima di entrare in aula vengo avvisata: "C'è una ragazza che è poco motivata, si arrabbia spesso e non si impegna, non darci troppo peso, vedrai che col tempo si abituerà, fai attenzione talvolta quando le capita qualcosa di brutto si chiude in se stessa". Ah....beh, ok, cosa ho detto prima? Posso farcela! Entro e in effetti questa ragazza, tutta vestita di nero, con trucco nero pesantissimo e capelli corvini ha una faccia poco convinta, mi guarda come se volesse incenerirmi con lo sguardo o cose simili e io cerco di rendermi simpatica e indovinate un po'? Ci riesco! Le lezioni successive è sempre presente (anche se entra con ritardi stratosferici) e talvolta abbozza anche dei sorrisi molto piacevoli, ma il pericolo di ricaduta è in agguato e si chiama Demmy....dovete sapere che Demmy, con il suo nuovo lavoro, passa spesso nell'edificio in cui lavoro e l'altro giorno, incrociando questa ragazza, ha la brillante idea di dirle in tono amichevole: "Ehi Morticia, che si dice dall'Aldilà?" per invitarla a spostarsi dall'ingresso. Ora....lui continua a ripetermi che aveva le cuffiette e che non lo ha sentito, ma la cosa che più mi ha sbalordita è: ma tonto che non sei altro, io ti parlo di tutti i miei studenti, ti parlo anche di lei, sei nell'edificio giusto, vedi un ragazza potenzialmente problematica e non ti viene in mente che sia quella di cui ti parlavo e che forse dovresti evitare di fare battute che potrebbero scatenare l'ira degli dei? La sua risposta è: "Ci ho pensato mentre pronunciavo l'ultima sillaba". Mi arrendo.....
Comunque, finisce la mia prima lezione e sono molto soddisfatta, mi reco verso l'aula degli studenti delle superiori e incrocio la tutor di matematica con un volto cadaverico e sconvolto. è lei, che mi dice la fatidica frase....Benvenuta all'Inferno.... Io abbozzo un sorriso e mi dirigo a passo lento verso l'entrata. Qui....vedo la scena svolgersi al rallentatore, con una musica apocalittica di sottofondo: dieci ragazzi, che lanciano palline di carta, con i piedi sul tavolo, che si stanno facendo in quel preciso momento dei dread (di dubbio gusto tra l'altro, erano davvero fatti male) con delle sigarette spente in bocca. Mi volto e mi allontano di poco e penso: "Ok, l'ho detto prima, posso farcela...no, non posso farcela, io me ne vado", vengo braccata dalla responsabile e cacciata nel girone infernale degli studenti svogliati. Sì, c'è un girone anche per loro. Le labbra mi si seccano e diventano delle prugne, fatico a parlare, come quando togli una dentiera a un vecchietto. Inizio la lezione e mi accorgo che è difficile insegnare, è tanto bello ma non è per nulla una passeggiata. Domani inizierò la mia terza settimana di lavoro (lavoro solo tre giorni a settimana, muahah) e sì, sono ancora convinta che fare l'insegnante è esattamente quello che voglio, anche se la testa ti diventa pesantissima e a fine giornata non riesci nemmeno a calcolare quanta pasta devi cucinare per due persone e anche se ti si screpolano le labbra perché parli per sei ore ininterrottamente. Sì, lo so che stentate a crederlo, ma anche io se parlo così tanto inizio a soffrire, mi ci vogliono delle pause, seppur brevi.
 Mi piace insegnare e la cosa che mi rende molto orgogliosa è che se entri nel mood dell'insegnamento, non ne esci mai. Mi spiego meglio: quando finisce la tua giornata non torni una persona normale, resti insegnante, l'orario di lavoro non è scandito così nettamente come potrebbe esserlo per molti altri lavori. Quando arrivi a casa devi preparare le lezioni per il giorno dopo, i programmi e le verifiche. Sei un'insegnante 24/24 h. Io penso che tutti dovrebbero fare il lavoro che più amano, in modo da svegliarsi la mattina e pensare come seconda cosa: "Oggi è una giornata meravigliosa, vediamo che posso fare per renderla ancora più speciale". Dico la seconda cosa perché la prima cosa che ognuno di noi pensa la mattina presto è: "Ancora cinque minuti, vi prego!". Non fate finta di niente, sareste dei bugiardi se diceste che non è vero.
Questa cosa mi piace molto. I just wanna stay right where I am, on the sunny side of the street"...Sul lato illuminato della strada.

martedì 8 marzo 2016

Giorno 27- Io, Biancaneve

Io, Biancaneve

Sono giorni che avevo intenzione di scrivere questo post e finalmente ho trovato un minimo di tempo e di forza per riuscirci: non sembra, ma scrivere un post, seppur breve può essere molto impegnativo e rubare molto del tuo tempo.

Oggi volevo fare una riflessione su me stessa: guardando i cartoni della Disney ci si immedesima sempre nei protagonisti e sicuramente ci si innamora di quelli che pensi rispecchino maggiormente la tua persona. Ecco...io, che li guardo da quando ero alta come un fagiolo,  fino a qualche settimana fa ho sempre creduto di avere come modello disneyano una Tiana de La principessa e il ranocchio, o Merida di Ribelle o perché no, Mulan...per capirci una con le palle, se vogliamo andare dritti al sodo e tralasciare l'arte delle belle parole. Io ero convinta, al 100% di essere una tosta, che metteva in soggezione, che amava le sfide e che non si lasciava intimidire, ma anzi nelle situazioni di pericolo, "fatti in là, cocco che mi salvo da sola". Le principessine dolci e tenere? Solo povere, deboli creature senza coraggio né iniziativa. 
Poi sono passati gli anni, sono cresciuta, sono cambiata e mi sono accorta di non sembrare affatto un'eroina né tantomeno una  che sa come gira il mondo, perché lei è più furba e non si fa fregare dalle situazioni. 
Ho scoperto di essere esattamente una di quelle bamboline che schifavo da piccola. Una di quelle che parla con gli uccellini e che quando qualcuno la incontra per strada non dice: "Wow, quella sì che è una mangia-uomini, una che accetta le sfide e vince", ma bensì esclama: "Uh checccccarina!!!!".
Io ho capito da poco, e non senza lunghe riflessioni ed espressioni di incredulità, che la principessa che più si addice al mio carattere (e ancora faccio fatica ad accettarlo, credetemi) è Biancaneve.


No, non la ribelle e coraggiosa Merida, e nemmeno la spigliata e determinata Tiana ma la dolce, piccola e buona Biancaneve. E' da un po' di giorni che ci penso, io non ne so nulla di come va il mondo, mi faccio fregare velocemente e ho il visino zuccheroso da brava persona, quella che potrebbe commettere qualsiasi crimine, perché viene spesso definita una ragazza tutta coniglietti rosa e arcobaleni. 
Beh, sapete che c'è,  non avrei mai creduto di poterlo dire, ma questa veste mi piace. Anzi la adoro! Tutti ti ritengono affidabile e con la faccia da coccole, non desti sospetti infondati (quelli fondati sorgono subito, perché hai l'anima troppo da innocente per nascondere le tue intenzioni con la faccia di bronzo!) e conduci una vita tranquilla. Ti piace stare a casa a preparare torte, guardare serie tv, leggere e talvolta fare qualche tuffo in mare. Non hai paura delle sfide, solo che non ti ci butti a capofitto perché potresti farti male, ma ci entri piano piano, come quando vai in piscina: ficchi il ditone del piede in acqua per accertarti che non sia troppo fredda, poi tutto il piede e poi pluff, ecco che ce la fai; e come nuoti bene!
La mia non è paura di tutto, ma è prudenza. Biancaneve era prudente, non fifona. Oddio...prudente non direi, fa entrare per bene tre volte la strega in casa dei nani, senza sospettare che forse accettare le cose dagli ambulanti che girano per il bosco non è proprio saggia come cosa. Sì, per la cronaca la Disney non lo dice, ma nella fiaba originale lo fa TRE DANNATE volte, non una sola! Probabilmente la Disney ha omesso le prime due volte per evitare che fosse bollata come una principessa deficiente. Ma anche qui spezzo una lancia a suo favore, visto che mi rappresenta: come ho detto prima, lei è solo coniglietti e arcobaleni, vede il buono in qualunque cosa e non considera  una possibile fregatura, perché pensa:"Ehi, perché dovresti prendere per il naso me? Io che ho questi occhioni grandi e che sono un distributore di amore?"
Beh, Biancaneve e tutte voi altre Biancanevi inconsapevoli, non importa, voi siete così, NOI siamo così e dobbiamo accettarci, perché tanto non saremo mai delle scaltre Cat Women, ma solo delle tenere, pasticcione ma tutto sommato felici Biancanevi... Nb. Chiedo scusa per il plurale di Biancaneve.