Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

giovedì 6 ottobre 2016

Giorno 38- Happy world teachers' day!

Happy world teachers' day!


Ieri, 5 ottobre, è stata la giornata mondiale degli insegnanti. Siccome amo il mio lavoro che, come alcuni di voi ben sapranno, è insegnare, oggi vorrei raccontarvi cosa ho imparato facendo l'insegnante.
Dunque, in soli sei mesi dal mio reclutamento come insegnante, me ne sono successe di tutti i colori; e calcolate che nei mesi estivi non ho lavorato tantissimo!
Per esempio... una mia studentessa si è inalberata con me ed è andata a lamentarsi con la responsabile, perché diceva che mi ero fissata su di lei e che non sapevo insegnare. Questo è stato uno dei primi episodi, e anche il più traumatico, perché sono andata avanti giorni (e il mio povero Demmy è stato la vittima numero 1) a parlare con astio di questa scena e a cercare di convincermi che quello che aveva detto era una balla. Sono una polpetta insicura, io, non potete dirmi queste cose!
Ad ogni modo ho avuto altri scontri, più leggeri e che mi hanno fatto capire che non dovevo lasciarmi intimidire.
Successivamente sono accadute cose abbastanza divertenti col senno di poi, ma assolutamente snervanti nel momento in cui l'ho vissuto: un giorno un mio studente testa calda ha deciso che doveva cantare come una Drag Queen in mezzo alla classe. Sempre questo studente è stato cacciato dalla sottoscritta in una altra occasione, perché mi sfidava e non aveva alcuna intenzione di prestare attenzione. Ad altri studenti ho dovuto insegnare la grammatica inglese utilizzando esclusivamente un linguaggio criminale, per fare in modo che si ricordassero qualcosa, facendo leva sul gangsta lifestyle che loro tanto apprezzano (questa cosa non mi andrà mai a genio, ve lo assicuro).
Uno studente adulto si è infatuato di me e talvolta aveva atteggiamenti molto ambigui, ma io penso innocenti: quando diceva una battuta, per far vedere che scherzava, cacciava fuori la lingua e la muoveva in su e in giù con un fare da serpe,  che se ci penso mi vengono ancora i brividi e un leggero sapore di bile in bocca.
I miei studenti fanno schifo a basket: cercano di centrare il cestino, buttando da seduti la loro immondizia, che consta di carte di panini, lattine, fogli e ahimè talvolta anche schede consegnate la lezione prima. Mai una volta che abbiano centrato questo maledetto bidoncino!
I litigi sono all'ordine del giorno: si inizia prima a urlare, poi a sbatacchiare oggetti sul tavolo e si conclude, inveendo contro la vittima (che non sono io, badate bene) con un delicatissimo: "Vattene via, papera di m[censored], stai ancora parlando?" In tutto questo un buon insegnante non può che cercare di placare gli animi, col sudore che cola e la voglia di gridare: "ZITTIIIII!! SE NON LA FINITE VI APPENDO AL MURO COME I GREMBIULI DELLE SCUOLE ELEMENTARI!" e invece il buon insegnante dice solo: "Ragazzi, per favore, se dovete menarvi, fatelo fuori". No, non credo che un bravo insegnante direbbe questo, ma in ogni caso si cerca di mantenere la mente lucida, il sangue freddo e di schivare oggetti vari di cancelleria che schizzano da una parte all'altra dell'aula, dove i banchi sono stati trasformati in trincee.
Un giorno, uno studente dal palese cognome slavo, insulta con un :"Slavo di m[censored]" un altro studente, con cognome palesemente slavo. Non parliamo poi della bava alla bocca che esce ad alcuni di loro quando neghi loro di uscire a fumare una sigaretta durante la tua lezione. E nemmeno di quelli che tu correggi e un istante dopo ripetono lo stesso errore e così per quattro volte, finché non tiri una capocciata al muro e, con gli occhi iniettati di sangue e la bocca in modalità slow (come se parlassi il balenese), ricorreggi lo studente, che ti guarda con occhi interrogativi, di chi non ha ancora capito nemmeno dove si trova.
Parliamo invece di quelli che portano dei fiori quando è la festa della donna; di quelli che dicono:"ti vedo sciupata, fai a metà merendina insieme a me"; di quelli che ti vedono dopo tre mesi e ti abbracciano; di quelli che sanno di non capire e ti chiedono di star loro vicini mentre fanno gli esercizi; di quelli che parlano delle loro delusioni d'amore; di quelli che ti ringraziano; di quelli che dicono: "Tu mi hai lasciato davvero qualcosa"; di quelli che fanno sempre i compiti, anche se a modo loro; di quelli che ridono alle tue battute (prima regola del fight club: non ridere alle battute dei prof), anche solo perché fai loro compassione; di quelli che ti fermano nel corridoio per chiederti aiuto con uno schema; e aggiungiamo, infine, che tutti queste meraviglie del cosmo sono gli stessi studenti che ti hanno fatto perdere le staffe, magari un paio di ore prima.
Sì, il mio è il lavoro più bello del mondo.

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