Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

mercoledì 9 gennaio 2019

Giorno 65- La quête delle cime di rapa


La quête delle cime di rapa

Ciao pochi ma buoni lettori! Oggi voglio fare un po' la secchiona per voi e inizierò questo post spiegandone il titolo. Perché ho scelto la parola "quête" per raccontarvi un episodio insignificante della mia giornata? Perché questo termine bellissimo viene dal francese e nella letteratura epico-cavalleresca medievale e rinascimentale indica una ricerca spasmodica di qualcosa da parte di un paladino, cioè un cavaliere cortese, senza macchia e senza paura. Io mi sono sentita una cavaliera* moooolto cortese, dove la parola cortese è sia un richiamo al Medioevo letterario che alle mie buone maniere, che mi hanno aiutata a non dire quello che veramente pensavo in faccia ai diretti interessati. La seconda parte del titolo (cioè il "che cosa" della mia ricerca) penso non necessiti di spiegazioni.
Plin plon, fine del momento culturale. Iniziamo! (se tra i miei pochi ma buoni lettori c'è qualcuno che vuole puntualizzare qualcosa sull'argomento appena accennato non ha che da scrivere un commento, che fa sempre piacere!)


Oggi ho una voglia immensa di cime di rapa!! Con le orecchiette. E l'aglio in padella. E il pane grattato. E l'acciughina sciolta nell'olio. E dai, anche un po' di peperoncino.
Decido quindi di dirigermi galoppante verso una nota e costosissima catena di supermercati, di cui ho una gift card da Natale. Vi dico solo che se fossi andata nei supermercati dove vado io solitamente, questa carta mi sarebbe durata minimo vent'anni. Ma in questo market, che non dubito conosciate per i prezzi esorbitanti, spendo 40 euro e me ne vado a casa con un sacchetto che riesco facilmente a trasportare senza lussarmi una spalla. Oh, ma chi se ne frega, ho la gift card. C'è un piccolo problema: oltre che essere davvero caro, questo posto ha una scelta davvero molto limitata, specialmente nella verdura.
 Insomma, al banco le cime di rapa proprio non ci sono. Vado alla cassa col cuore pesante e chiedo alla cassiera quando e se arriveranno queste benedette cime e lei mi risponde così: "Ma sa, non saprei, perché noi ci affidiamo alla stagionalità della frutta e della verdura". Io la guardo. Il fuoco mi sta salendo dal petto agli occhi. Qui la paladina cortese mi salva, perché sibilo un: "Ma le cime di rapa SONO di stagione ora!", invece che gridarle in faccia, con nonchalance e sarcasmo: "Ecccerto, il rispetto della stagionalità si vede dal fatto che vendiate a gennaio le zucchine, le melanzane e i peperoni che per giunta costano come i broccoli. Anzi, sono i broccoli che costano come le verdure non di stagione, visto che io, un broccolo da due euro al chilo in pieno inverno, non lo avevo mai visto".
Me ne vado, con la voglia di cima di rapa. Sconsolata, mi avvio verso la mia dimora, senza speranza, finché un raggio di luna non illumina la bottega del fruttivendolo lì vicino. E in effetti qui, la mia quête si conclude, lui sì che rispetta la stagione. Prendo il mio bel mazzo di cime e lui mi fa la domanda che ha scatenato una guerra interiore tra Alice, la paladina cortese e Alice, la pugliese coatta: "Posso romperle e metterle in un sacchetto piccolo o le vuole intere?" Ha vinto la cavaliera* medievale, grazie al cielo. La pugliese in me avrebbe detto: "K czz romb, butt 'ndère ad'dò" (traduzione cortese: perbacco, non le spezzi, le metta qua tutte intere).
Quindi, brandendo il mio mazzo di cime di rapa, a mo' di spada della giustizia, mi dirigo trionfante verso la magione, certa del fatto che stasera cenerò contenta.
Non che io ceni mai triste eh, non mi fraintendete, io amo il cibo. Tutto il cibo, ma le cime di rapa mi fanno sentire a casa. No, non in Puglia. Dalla mia mamma, a Bergamo!

domenica 9 dicembre 2018

*Giorni 64 e seg.- Caro Babbo Natale...


1 dicembre
Caro Babbo Natale,
It's the most wonderful time of the year! Finalmente il Primo di dicembre è arrivato e io non sto più nella pelle; quest'anno ho già comprato quasi tutti i regali. Ho risparmiato per mesi e rimuginato per settimane prima di acquistarli e ora sono proprio contenta di essere arrivata a dicembre senza l'ansia da regali che non ti fa godere le cose. Oggi è iniziata la fiera di San Nicolò. Non so dirti se mi piace o meno... diciamo che apprezzo:
  • l'odore di mandorle tostate
  • il Grinch che passeggia per le vie (gli chiederò di fare una foto!)
  • i palloncini con i personaggi dei cartoni
Poi c'è quello che non mi piace: 
  • la folla inferocita 
  • il fatto che non sappia dove far fare la pipì a Cora
  • gli stand che vendono scopettoni (e ce ne sono davvero tanti!)
Quest'anno Demmy mi ha regalato il calendario dell'avvento della Kinder e nella prima finestrella ho trovato uno Schoko Bon. Non mi piacciono gli Schoko Bons.
Oggi sono andata a vedere una casa nuova, Babbo, se tutto va bene, questo è l'ultimo Natale che passeremo qui!

2 dicembre
Caro Babbo,
Oggi ho chiesto ripetutamente a Demmy di sistemare il salotto, in modo da poter preparare l'albero di Natale. Finalmente verso le 19 ha deciso che era il caso di portare via tutti i suoi attrezzi e finalmente siamo riusciti ad addobbare casa. Babbo è stato bello, perché finalmente quest'anno lo abbiamo fatto insieme! Anche a Malombra è piaciuto, come ogni anno. 
Oggi pomeriggio sono andata a fare una passeggiata da sola, per cercare un regalo che alla fine non ho trovato e sono tornata a casa con un arsenale di cose di Natale + un videogame di Ribelle che costava ridicolmente poco. Finalmente ho incartato i regali che sono già sotto l'albero, appena fatto!
Che belle le lucine!! Ho addobbato anche il mio rinoceronte sul pianerottolo e il nostro ficus della Savana (sembra un albero che ho visto nel Re Leone!)




3 dicembre
Caro Babbo Natale,
Ho lavorato un'ora in più e ho scoperto che la casa sarà nostra!!
 Sono entrata in sede (è come chiamiamo il nostro centro studi, Babbo) e l'ho trovata completamente addobbata! Mi è piaciuta così tanto l'idea che ho aiutato a rifinire gli ultimi dettagli e mi sono aggiudicata anche una tua piccola riproduzione in vetro da appendere all'albero. Poi sono andata a fare una visita al centro oncologico e la sai una cosa? Qui ci si mette davvero poco: in mezz'ora sono riuscita a fare tutto! Dopo la visita ho fatto un giretto per la fiera per cercare il Grinch; tutte le persone con una giacca verde mi facevano sussultare. Perché compri le giacche verdi?!? Ad ogni modo, l'ho scorto in lontananza, proprio sotto casa, ho iniziato a correre e indovina...?
<--


4 dicembre
Oggi non ho lavorato in sede, ma solo alla scuola elementare. I bambini sono emozionati, perché stanno aspettando con impazienza San Nicolò, che alla fine sei sempre tu, ma con abiti più formali!
Ho ricevuto una mail dalla rivista in cui mi chiedevano una bio-bibliografia in inglese. Tu sai cosa è, Babbo? Aspetta, iniziamo dall'inizio: ti ricordi che a giugno ho mandato alla rivista la mia prima recensione da pubblicare? Beh, a breve uscirà, e hanno iniziato a pressarmi per avere urgentemente questa bionota. Cosa dovrei scrivere? Alice, 25 anni, tiene un blog, ama i gattini. Non ho altre idee! Sai Babbo che non ho fatto nulla di straordinario nella mia vita. Ho chiamato mamma e stavolta non ha saputo aiutarmi, ma mi è stata comunque vicina, come sempre (Babbo, portale un regalone, lei se ne merita tanti!). Mi ha detto che ha addobbato casa, ho visto le foto ed è stupenda! Tra l'altro oggi ho visto il primo film di Natale, ma non ho finito di guardarlo perché aveva una trama ridicola: due sorelle si ritrovano col resto della famiglia verso la fine di novembre e la più piccola annuncia di sposarsi a Natale; queste poi scoprono che il testamento della nonna sessista prevede che l'azienda di famiglia vada al marito della prima che si sposa. La più grande si indispettisce perché lei sta gestendo questa azienda e invece di aspettare il 25 dicembre e farsela cedere dal cognato (che pareva anche disposto a lasciarla!), decide di trovare marito e sposarsi prima di Natale... che cosa ignobile. Alla fine ho scoperto che Amazon vuole che usi Primevideo e lì ho trovato La vita è meravigliosa. Molto meglio come film natalizio, non trovi?

5 dicembre
Caro Babbo,
Ho ricevuto due notizie favolose di cui non ti posso parlare, perché sono ancora top secret, ma posso dirti che per tutto il pomeriggio ho sentito la felicità, ma proprio felicità eh non gioia! Stamattina ho chiesto ai miei bimbi cosa lasciare stasera per San Nicolò, e loro mi hanno detto che lui (cioè tu, ma in incognito!) ama il latte e le merendine. Golosone!
Oggi pomeriggio siamo usciti a fare una passeggiata, io e Demmy. Ho preso un regalo bellissimo e anche un panettone che ho già messo sotto l'albero. Le luci natalizie per la città non mi piacciono molto quest'anno: Demmy dice che sembra che volessero risparmiare e hanno tagliato in due le installazioni per poterne mettere di più. Infatti sono dei rettangoli di lucette bianche con un accenno di stella cometa, tagliata a metà per il lungo. Mah.
 Stamattina ho mandato la bionota e stasera ho ricevuto la bozza della recensione. Come è bella!
Ora, prima di andare a dormire ho messo il latte e un Buondì sul tavolo per San Nicolò. Poi ho aspettato che Demmy andasse a letto e ho bevuto il latte, rimesso in dispensa il Buondì, scritto un "Grazie" su un bigliettino e messo un San Nicolò di cioccolata sul tavolo. D'altronde, so che lui non sarebbe riuscito a venire; deve pensare ai bambini, mica a una coppia di quasi trentenni!! 
Forse domani sera andiamo a vedere il Grinch al cinema. Non vedo l'ora!

non si legge, ma sono letterine per San Nicolò


6 dicembre
San Nicolò è arrivato, Babbo!
 Ok, ho fatto tutto da sola, però penso che a Demmy sia piaciuta la sorpresa! Oggi sarebbe stata una giornata insignificante, se non fosse iniziata nel migliore dei modi, cioè parlando con i bambini dei regalini ricevuti! La gioia nei loro occhi mi ha proprio illuminata, tanto che siamo rimaste cinque minuti in più pur di stare un po' insieme a loro e goderci la loro serenità. Mi piace lavorare con i bambini, si imparano tante cose. Una bambina musulmana è arrivata di corsa da me, dicendomi che anche lei ha trovato sul banco il regalo da parte di San Nicolò, che è venuto a scuola stanotte. I suoi occhi, Babbo...erano due stelline contente. Grazie per avermi fatto provare lo spirito natalizio, la cosa che amo di più di questo periodo.





7 dicembre
Babbo caro,
ho lavorato moltissimo oggi e a parte spegnere le luci natalizie che puzzavano in ufficio, non ho fatto granché per onorare questo mese fantastico. Demmy però mi ha portato a fare un giro nel quartiere in cui lavora, Servola, e lì ho visto delle decorazioni un po' kitsch che però avevano un che di piacevole. In particolare, ho apprezzato molto un alberello illuminato che si vedeva dalla finestra di un salotto.

8 dicembre
Caro Babbo,
Nel calendario dell'avvento c'era uno Schoko Bon. Mi aspettavo di trovare una tua mini riproduzione e invece no. A parte il Grinch in TV oggi è stato un sabato un po' fiacco. Devo dirti però che Demmy ha portato a casa delle cosette interessanti per la nostra nuova futura casa, tra cui un ukulele vecchissimo e tutto rotto da sistemare. Mi piace moltissimo, ma non gliel'ho ancora detto perché sono un po' arrabbiata con lui.

9 dicembre
Caro Babbo,
Ho guardato la prima puntata di Fantaghirò, per rispettare il clima natalizio. Ammazza che noia, non lo ricordavo così tremendamente scontato e pacchiano (mi inimicherò molta gente, già lo so)! Oggi sono iniziati i mercatini di Natale e io e Cora abbiamo fatto una passeggiata, ma non ci siamo fermate molto perché c'era troppa gente. Domani con calma ci andrò con Demmy, magari. Oggi ho prenotato il viaggio per tornare dalla mia mamma per Natale. Devo andare con Flixbus, altrimenti sarebbe difficile trovare un guidatore con Blablacar disposto a portare una valigia e uno zaino solo miei: devo portare tutti i regali e anche l'ukulele...perché? Babbo, è top secret, ne riparliamo fra un paio di settimane ;)

Babbo, la settimana prossima che cosa mi riserverà? Lo scopriremo...

venerdì 12 ottobre 2018

Giorno 63- Siamo tutti un po' Eveline

Siamo tutti un po' Eveline

L'altro giorno ho riletto per l'ennesima volta Eveline, il racconto breve contenuto in Dubliners di Joyce. È proprio vero che spiegare le cose agli altri (più e più volte, tra l'altro) te le fa comprendere meglio. Dopo l'ennesima studentessa a cui ho spiegato questo racconto, che è quello che viene studiato più spesso nella letteratura inglese, ho capito che non solo io lo trovo uno dei testi più belli della letteratura letta da me sino ad ora, ma anche che, sotto sotto, siamo tutte un po' la protagonista di questa storia incredibile e al contempo insignificante. 

Momento, se non avete mai letto Eveline, prima di continuare a leggere questo post vi invito caldamente a cliccare sul link qui sotto, per leggere prima quello che Joyce ha da dire, tranquilli è breve.


*********************************************************************
OK ora possiamo andare avanti. Quello che intendo è: non vi siete sentiti un po' Eveline almeno una volta nella vita? Quella orrenda situazione di paura che attanaglia quando c'è una scelta da fare, non sai se buttarti e rischiare oppure lasciare tutto come è. Personalmente questa ragazza mi rispecchia un sacco. Lei alla fine decide di non andarsene con Frank, rimane lì, con i sensi di colpa, lo sguardo vuoto e tutto il mondo esterno che vortica. Tante volte mi sono sentita così, prima di tutte quando ho deciso di andare a vivere a Trieste. Quello è stato sicuramente il passo più grande della mia vita e non mi pento di aver scelto di lasciare quel corrimano e salire sulla nave insieme a Frank. Però in altre situazioni, dove io mi pongo una scelta da fare, mi accorgo che scelgo sempre di restare. Insomma, diciamo che Eveline rispecchia un po' tutti noi, probabilmente una grande fetta della mia generazione si sente rappresentata da lei e non la biasimo. Poi va beh, c'è chi si sente rappresentato da personaggi della vita moderna decisamente più eccentrici ma non altrettanto degni di nota, sfortunatamente.
Eveline però è così: semplice, impaurita e carica fino alla punta dei capelli di responsabilità che le rodono l'anima e la fanno rimanere immobile a fissare la Dublino che si muove e cambia, mentre lei non cambia mai. La parola chiave di questo racconto è "paralisi". Voi a volte non vi sentite esattamente come lei? Paralizzati fisicamente ed emotivamente?

Vi confesso che ho iniziato a scrivere questo post mesi e mesi fa, perché mi sono trovata in un momento in cui sentivo che la mia vita era completamente immobile, vedevo la gente andare avanti e io rimanere al mio solito posto; poi tutto è cambiato e non intendo esternamente perché, se vogliamo dirla tutta, poche cose concrete sono diverse rispetto a quel periodo. Eppure è dentro che sento tutto diverso; la prima cosa che ho capito è che non vivo per i soldi e che se le cose che faccio mi fanno stare bene, allora sono sicuramente le cose giuste da fare. Poi ho capito anche che mi devo rilassare, perché qualsiasi cosa io stia facendo o non facendo è con i miei tempi che devo procedere. Devo essere ogni giorno migliore di quella che ero il giorno prima e non cercare di essere migliore di qualcun altro.
Un consiglio nel caso aveste anche voi questo momento di crisi mistica: prima di tutto, fate come Eveline e FERMATEVI! Guardate fuori dalla finestra la vita che scorre, ponderate le vostre scelte, individuate ciò che per voi è davvero importante e ciò che invece deve assolutamente cambiare (può essere anche solo un vostro atteggiamento). E poi, dopo aver fatto questo, NON fate come Eveline e MUOVETEVI!
Io mi sento di dover ringraziare anche James Joyce per essere una persona tutto sommato serena! Non sarò la persona migliore del mondo, ma una cosa è certa: cercherò di essere sempre la versione migliore di me! Grazie Jim!

domenica 22 luglio 2018

Giorno 62- Una vita da Bongo pt.2: il cane, l'umano e l'oracolo

Una vita da Bongo pt.2: il cane, l'umano e l'oracolo

-Che stai facendo, stupido cane?- Gridò Lucille, inorridita.
Dovete sapere che Bongo era un vero e proprio gentilcane, che amava le cagnette e le rispettava profondamente: -Scusi lei, non sono modi di abbaiare questi; io volevo solo fare la sua conoscenza, madame!- Lucille, dapprima ancora un po' schifata dal trattamento insolito ricevuto e traumatizzata dalla visione del suo nuovo corpo, fu nuovamente scossa nel sentire Bongo, quello stupido Bratwurst parlare. Non le ci volle molto per capire che stava andando tutto storto e che, peggio ancora, si era trovata nei panni di un cane. Iniziò a correre e inciampare ripetutamente lungo il perimetro del giardino, singhiozzando e mugugnando frasi sconnesse. Se un passante mattiniero fosse per caso capitato in quel quartiere, avrebbe visto un piccolo cane correre all'impazzata e in maniera sconnessa, guaendo e abbaiando, mentre un affaticato bassotto cicciottello lo inseguiva con la lingua penzoloni. -Ora si calmi signorina, Puff... non riesco a starle dietro, ma che le prende, Pant...non avrà mica la rabbia eh? Prego, abbassi la voce... aff o sveglierà gli umani...osso sacro quanto corre! Se si sveglia Lucille saremo nei guai, la prego...eek...si fermi!-  E Lucille, come colta da un lampo si fermò. Guardò con occhi vacui il piccolo mondo intorno a sé e disperata urlò a Bongo: -Sono io Lucille, stupido cane!- gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime e pianse senza freni. Bongo era sconvolto quasi quanto lei. Il vecchio bassotto era sì molto dolce e galante, ma allo stesso tempo spiccava di una forte intelligenza e, facendo una somma di quanto successo nelle ultime ore, ricollegò immediatamente il disastro al suo desiderio e a quel bagliore apocalittico che aveva illuminato a giorno la strada solo poche ore prima. -Ora calmati diav...ehm, Lucille- cercò di consolarla Bongo -respira a fondo, brava così, ci sono qui io. Adesso la cosa migliore da fare per risolvere questa faccenda è consultare la vecchia saggia cane che sta all'angolo della strada, dicono che lei sappia sempre tutto. Coraggio, in marcia!- Bongo prese la strada trotterellando e quando si fermò vicino a un albero e sollevò la zampetta per fare pipì, si accorse che Lucille faticava immensamente a camminare sulle nuove paia di arti che le erano capitate: la cagnolina si sosteneva a malapena e le zampine tremavano in maniera incontrollata. -Santi croccantini, qui c'è bisogno di molta pratica Lucille, forza, una zampa qui e un'altra qua, e ripeti con le altre due. Brava!- Il piccolo cane color miele fece dei passi più spediti, finché non si accorse che ormai camminava come se avesse sempre avuto quattro zampe. Percorsero risoluti la strada, fermandosi di tanto in tanto a qualche albero, perché Bongo potesse ispezionarlo e decidere se lasciare la sua "firma". Lucille lo guardava perplessa: -è proprio necessario che tu faccia la pipì ogni tre alberi?- -Siamo arrivati- disse solennemente Bongo, ignorando la richiesta sarcastica della cagnetta. Lucille non vide nulla di così eccezionale nella casa davanti alla quale si erano fermati;  era completamente identica alla sua, ma con le imposte blu invece che rosse. Guardò il suo accompagnatore in attesa che qualcosa succedesse e lui di tutta risposta ricambiò lo sguardo. -Insomma, che cosa dobbiamo fare ora?- chiese Lucille, sempre più convinta che qualunque cosa avesse intenzione di fare quello "stupido cane" non sarebbe servita a nulla. -Oh, attendere suppongo. L'oracolo arriva da sé, ma solo se ne hai davvero bisogno". Appena pronunciate queste ultime parole, ecco avvicinarsi a passi lenti (ma davvero molto lenti!) uno snello levriero inglese, tutto ingobbito dal peso degli anni e con occhi blu come il mare di agosto, che ormai non le servivano più, in quanto cieca da diverso tempo. Nonostante l'andatura altalenante, quel vecchissimo cane esprimeva un'eleganza senza eguali. -Madame Sibilla, abbiamo bisogno di voi- disse Bongo appena il cane si fu avvicinato abbastanza. Nonostante ciò, Sibilla continuò a camminare, superandoli: -Aspettate che vi raggiunga prima di parlare- Lucille soffocò un risolino. -Madame, siamo qui! Ecco vede, io mi chiamo Bongo, abito al numero 6 e qui con me c'è...- -So tutto caro bassotto- lo interruppe la vecchia, -Io vedo più di quanto sembri- I due, sbalorditi, spalancarono le bocche e capirono immediatamente che quel vegliardo levriero era davvero un oracolo, come tutti i cani della città credevano. -L'universo ha voluto punirti, Lucille, perché sei stata molto cattiva, anche con noi bestie; nessun umano ricorda che tu un tempo eri una bambina, tu per i tuoi genitori non sei mai esistita. Tu, Bongo, sarai il suo maestro. Nella mia lunghissima vita ho visto una sola altra volta una simile magia ed ora ripeterò quanto detto ai due, moltissimi anni fa: l'incantesimo verrà spezzato quando l'umano troverà la strada per essere umano e sarà il cane ad insegnarglielo- Appena pronunciata la profezia, Madame Sibilla si acciambellò sul prato e cominciò a ronfare. Bongo e Lucille, ancora a bocca aperta, stentavano a credere alle loro orecchie: -Tu mi devi insegnare ad essere umana...Tu, uno stupido cane?-
 -Ti prego di smettere di chiamarmi "stupido cane", credimi, sono sconcertato quanto te.-
-Come vuoi, Dubongo!-
-Lucille, frena la tua lingua puzzolente!- Bongo latrò e azzannò la nuca di Lucille, che, pur non provando dolore, intuì che Bongo si stava arrabbiando seriamente e che la prossima volta avrebbe certamente stretto di più i denti intorno al suo collo e lì sarebbero stati guai grossi. -Dobbiamo collaborare, Lucille. Io non so proprio come insegnarti a fare l'umano, ma sono certo che so come vivere da cane. Tu ora sei un cane, quindi al lavoro, hai molto da imparare!-
TO BE CONTINUED!

leggi la I parte!

giovedì 12 luglio 2018

Giorno 61- una vita da Bongo pt.1: una stella cadente e una salsiccia

Una vita da Bongo pt.1: una stella cadente e una salsiccia

Lucille era cattiva. Molto cattiva.  Lo sapevano i suoi insegnanti, che più volte venivano colpiti in piena fronte da palline di carta ricoperte di colla, sparate attraverso una cerbottana con una precisione degna di un cecchino, dalla bella bambina dagli occhioni innocenti e i ricci capelli rossi. Lo sapevano i suoi amichetti, che l'avevano vista più volte torturare le formichine che vagavano nel cortile della scuola, attratte dai resti di merendina che cadevano dalle bocche dei piccoli, maldestri umani. Lo sapevano persino i suoi genitori che un giorno dovettero andare a salvare la nonna che Lucille aveva rinchiuso nel sottoscala per un intero pomeriggio. Ma più di tutti, ne era consapevole il povero Bongo, il vecchio e cicciottello bassotto nero della famiglia, la vittima preferita del piccolo demonio in gonnella turchese. Bongo era tutto sommato un cane che amava la vita, ma con tutto il suo cuore detestava quella creatura crudele e appena la vedeva o ne percepiva l'odore cercava un nascondiglio dove le piccole ma salde manine di una bambina di otto anni non potevano arrivare. Sfortunatamente però, come già detto, Bongo non era uno snello cane da pastore, ma piuttosto una bella salsiccetta con le zampe; non era propriamente il ritratto dell'agilità e spesso veniva raggiunto dalla "figlia del diavolo" (come spesso la chiamavano i vicini) prima che potesse trovare riparo. Ah succedeva di tutto a quel punto: gli metteva una cuffietta in testa e lo infilava nel passeggino, coperto fino alle orecchie; lo buttava nello stagno di acqua gelida, abitato da anatre impertinenti che si comportavano come una gang del ghetto col povero cagnolino, solitamente timido e certamente non in cerca di guai; gli tirava le orecchie; gli metteva lo smalto sulle unghie; una volta gli aveva spruzzato un'intera bomboletta di vernice rosa addosso e lo aveva portato a spasso dicendo: -guardate, questo würstel cammina-. Era stata una brutta esperienza, quella... la vernice gli aveva rovinato tutto il pelo e il veterinario lo aveva tosato a zero, per fare in modo che l'irritazione alla pelle potesse guarire più in fretta; e sì, sembrava davvero un würstel ambulante.
Una sera Bongo, mentre se ne stava in giardino a guardare le stelle (il suo passatempo preferito dopo il rincorrere la pallina che gli lanciava quel caro vecchietto che abitava di fronte),  vide una bellissima e luminosa stella cadente: -Poffarbacco, pensò, -devo esprimere un desiderio e subito! Mmm io vorrei che quella bestia di Lucille cambiasse atteggiamento nei miei confronti-  Appena il tempo di abbaiare l'ultima parola e un bagliore fortissimo illuminò il quartiere e poi tutto tornò come prima. Per lo spavento, Bongo si addormentò solamente all'alba. Fu risvegliato da un rantolo, proprio vicino a lui: - ugh, che cavolo di nottata da cani che ho fatto, ahi, uh sei tu, bestiaccia, ma che ci faccio in giardino vicino a te, pulcioso essere? Se non ti levi subito di torno, ti butto in piscina e ti...ehi...Ehi  un momento, sono pelosa!!- Lucille (perché proprio di Lucille stiamo parlando!) si era svegliata in giardino, schiena contro schiena con il bassotto di casa che odiava e si era ritrovata su quattro zampette spelacchiate e, guardandosi la schiena, vide che anch'essa era ricoperta da una rada pelliccia tutta arruffata e color miele. Lo shock era tale che per trenta secondi rimase immobile, a fissare il vuoto, finché non si accorse che quel barilotto di Bongo, ignaro dell'identità e della provenienza di quella nuova e anche un po' bruttina cagnetta, le stava annusando il didietro.
TO BE CONTINUED!

sabato 7 luglio 2018

Giorno 60- Diario di una gita in tenda

 Diario di una gita in tenda

Buongiorno miei carissimi quattro lettori! Oggi voglio farvi leggere un paio di pagine del mio diario che ho chiamato "La vita felice secondo Alice" e che è il tradizionale scrigno dei pensieri che solitamente voglio tenere per me. Queste due pagine contengono la testimonianza in tempo reale di una giovane avventuriera che insieme al suo fido cavaliere e al suo nobile lupo, è partita per una mini avventura in tenda, come quella fatta l'anno scorso, ricordate? (NO?!? Allora vi metto il link della prima puntata)
Ripeto, sono parole scritte in tempo reale e scatti o video che abbiamo fatto durante la gita. Spero vi piaccia, e (miei cari 4 lettori!) un vostro commento o una vostra condivisione sarebbero di grande aiuto. Ma in fin dei conti, a me bastate voi! Buona lettura

23 giugno 2018.

 h. 14.30 

Partiti alla volta di un luogo sconosciuto che Demmy non ha intenzione di svelarmi, so che è in montagna (anche se io volevo andare al mare!).

h 16.30

 siamo in provincia di Treviso e mancano ancora 130 km, inoltre stiamo andando verso le nuvole. Nel frattempo abbiamo comprato un sacco di cibo che definirei da esercito nordista: scatolette di insalata di pollo, di tonno, affettati, frutta, tè e soprattutto lei, la mitica e deliziosa ricotta al limone! Mentre sto scrivendo con la mia penna a forma di bassotto, Demmy guida. Abbiamo da poco fatto cambio guidatore e sta facendo tutti gli errori che mi rimproverava mentre ero io al volante. Karma?
questa è una foto scattata on the road, in provincia di Belluno

h 17.35

pare che stiamo puntando esattamente verso la zona in cui abbiamo fatto la scorsa gita, staremo a vedere. Ora vado, queste curve mi fanno venire il vomito!

h 22.45 

I pronostici si sono palesemente rivelati falsi: questa volta siamo in Trentino, in un campeggio vero, con servizi e vicini di tenda tedeschi e scoreggioni (e come se la ridono!). Abbiamo percorso il passo del Pordoi, dove ci siamo fermati per una breve sosta per salutare un'adorabile mandria di mucche che si sono fatte annusare da Cora e accarezzare da noi.


Alle 20.15 circa siamo arrivati ad un campeggio scelto per comodità, dal momento che stava diventando buio e non sapevamo ancora dove avremmo dormito; poco prima, però, non ci siamo fatti mancare un incontro ravvicinato con una marmotta che ha attraversato la strada, con fare lento e ballonzolante. Abbiamo montato la tenda (vicino ai tedeschi scoreggioni!) e io ho preso una bacchettata talmente forte che ho ancora un leggero mal di testa: magari ho il cervello danneggiato e le mie capacità di kHJHEUHjdihrhuvheuhivhfbewajfbf... Tutta colpa di Demmy...


24/06/2018


 h 9.20

Ci siamo svegliati da pochissimo. Ho dormito bene, anche se ho i piedi freddi. All'1 Cora mi ha svegliata perché doveva bere e fare pipì; ne ho approfittato per farla anche io. In bagno c'era RDS a tutto volume e mi hanno tenuto compagnia i Negramaro. Il volume era talmente alto che sembrava che stessero suonando live in lavanderia (in laivanderia, insomma, LOL)! Quando sono tornata alla piazzola, ho visto schizzare via una bestia dall'entrata chiusa della nostra tenda: non ho visto bene cosa fosse, ma immagino un gatto, perché mentre correva faceva tintinnare un campanellino, probabilmente al collo. Presumo fosse un gatto, non penso mettano i sonagli alle lepri da queste parti. Ad ogni modo, non giudicherei.
io e il mio lupo nella nostra dimora

h 21.55

E dopo aver smontato la tenda, aver bevuto un latte macchiato, esserci fermati sul passo di montagna per suonare l'ukulele,
(vi lascio il link qui nel caso aveste voglia di ascoltare) dopo esserci rilassati sulle Dolomiti, tra una cascatella e un enorme bosco, 
dopo aver visitato un sacrario tedesco, 
dopo aver bevuto una cioccolata calda con panna (Demmy si è mangiato il salame di capriolo!), essere partiti per un altro passo di montagna, aver fatto tappa pipì e tè caldo, essere passati dal Trentino, all'Alto Adige; e ancora, dopo aver raccolto il mazzo di fiori di montagna più bello che abbia mai visto, 

 essere passati per Cortina d'Ampezzo e per il Vajont, dove io ho nuovamente visto (anche se stavolta di sfuggita) la diga del disastro, quel mostro che temo e che al contempo mi attira a sé; dopo aver viaggiato interminabili ore tra boschi, passi e (ahimè) autostrade e aver fatto due volte su e giù dalle scale per svuotare la macchina dalle nostre valigie, che nemmeno fossimo andati sei settimane nel deserto, sono finalmente seduta in cucina, aspettando che le zucchine cuociano prima di fare una lunghissima doccia.
Sono contenta di aver fatto questo weekend on the road; è esattamente questo che voglio avere quando dico che poco prima di morire non vorrò essere ricca di soldi, ma ricca di vita.



martedì 22 maggio 2018

Giorno 59- Critica più o meno costruttiva sulle youtuber pt.2

Critica più o meno costruttiva sulle youtuber pt.2

Eccomi ritornata dall'oltretomba cari tre lettori!Voglio ringraziare la mia amica Cristina che ha iniziato a leggermi da poco (attenta, questa è una prova per vedere se mi leggi davvero! Just kiddin'!)

Oggi vorrei parlarvi nuovamente delle morning routine delle youtuber; come forse non ricorderete, ho già trattato dell'argomento nel giorno 44 (link qui). Arrivano determinati periodi dell'anno in cui sono ossessionata da questo cavolo di genere di video e, appena ho tempo libero, vado a guardarli.
Posso dire di essere diventata una esperta del genere e penso potrei scriverci un saggio a breve; ma andiamo al nocciolo della questione. Tralasciando i punti che ho già visto nel post precedente, il più consistente dei quali riguardava il fatto che si lavano i denti prima di fare colazione e poi ciao Peppe, oggi vorrei continuare la mia critica più o meno costruttiva aggiungendo altri punti a favore della mia tesi. Giusto ma quale è la mia tesi? Ok, è molto doloroso per me dirlo, ma lo farò lo stesso: quattro rimbambite che oggettivamente si svegliano alle 10 rappresentano ciò che non succede mai la mattina a nessuno che lavora seriamente, tuttavia, e qui arriva la parte che mi vergogno di dire, mi piace un sacco guardare come queste povere, ricche donne vivono! Mi fa stare bene pensare che qualcuno finge di apprezzare le mattine, perché effettivamente sono uno dei miei momenti preferiti della giornata, anche se io evidentemente non faccio una marea di quelle cose che fanno loro (tipo lavarmi i denti prima di colazione). Insomma queste ragazze si sforzano immensamente per mostrare agli altri che loro conducono uno stile di vita sano, pieno di momenti di meditazione e di esercizio fisico e per cosa poi? Ma è ovvio, perché sfigate come me possano analizzarle e scrivere non uno ma ben due post su di loro, nel bene o nel male. Alcune volte agiscono in modo idiota e tu ti chiedi: sei seria? No, dico, lo fai davvero ogni mattina? Ad esempio ho una pulce nell'orecchio che mi infastidisce e che ognuna di queste youtuber fa, come se fosse un requisito indispensabile per chi decide di intraprendere questa "carriera"/hobby.  È una cosa banale (come lavare i denti prima di colazione!!) ma io mi ci sono fissata: queste concentrano un sacco di energie nel bere dell'acqua la mattina. Passano otto ore senza bere, quindi secondo loro è super super important reidratarsi...fa niente che le altre sedici ore in cui stanno sveglie non bevono che un paio di bicchieri. Ma ci sta anche, la storia del bere acqua appena sveglie, lo faccio anche io, ma perché ne sento proprio il bisogno. Quello che mi irrita è che si sforzano, sembra una costrizione, come se l'acqua fosse pipì; e a volte si rivolgono agli spettatori dicendo: "Ah lo so che è difficile, ma è super super imp...[blabla, questo pezzo lo abbiamo già detto]" e allora cosa fanno pur di bere il loro bottiglione d'acqua? La aromatizzano mettendoci dentro cetriolo, pesca, arancia, limone e se riescono anche la dentiera della nonna. Inutile dirvi che se ci penso mi viene la nausea.
Poi va beh, ci sono quelle che scrivono la loro to do list ogni mattina, con pennarelli e una scrittura che monaci amanuensi levatevi proprio. Anche io ho una to do list. Si chiama agenda! Io ci segno le stanze da lavare in un determinato giorno, le cose da comprare (carta igienica e cibo prevalentemente, io e Demmy siamo persone semplici d'altronde, mangiamo e caghiamo!!), gli appuntamenti della giornata con i miei studenti e le scadenze lavorative. Quando loro inquadrano la check list che stanno scrivendo, facendo anche la faccia pensierosa e annuendo soddisfatte, vediamo le seguenti voci da spuntare:

  • leggere almeno due capitoli del romanzo al giorno
  • scrivere di più
  • meditare
  • essere più serena
  • pensare a me stessa
ma la voce "compare carta igienica" non la mettete mai? E poi, ma davvero dovete obbligare voi stesse a leggere un tot al giorno? Un'altra loro idiota costrizione, come quella del bere sei litri di acqua ogni mattina.
Il punto è che molte volte quello che vediamo, e non solo su youtube, non corrisponde alla realtà che in maniera parziale: vi pare che queste davvero bevono ogni mattina acqua al cetriolo? Ma io ci lavo i vetri con quell'intruglio, ma dai, farà schifo anche a loro! Per tornare seri, la gente vede di te solo quello che vuoi mostrare e nella maniera in cui lo vuoi mostrare. Come quando cammini per strada e la gente ti chiede come stai e tu rispondi bene e intanto pensi che di bene non sta andando proprio nulla; come quando vedi l'immagine sulla confezione dell'hamburger comprato al Lidl e poi lo apri e sembra che l'hamburger sia già stato masticato e rimesso nella scatola; come quando vai a casa di ricconi con un persiano magnifico e poi scopri che l'alito del gatto da migliaia di euro puzza come la lettiera del tuo gatto adottato in un gattile dimenticato dagli dèi. Insomma, avete capito.