Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

domenica 22 luglio 2018

Giorno 62- Una vita da Bongo pt.2: il cane, l'umano e l'oracolo

Una vita da Bongo pt.2: il cane, l'umano e l'oracolo

-Che stai facendo, stupido cane?- Gridò Lucille, inorridita.
Dovete sapere che Bongo era un vero e proprio gentilcane, che amava le cagnette e le rispettava profondamente: -Scusi lei, non sono modi di abbaiare questi; io volevo solo fare la sua conoscenza, madame!- Lucille, dapprima ancora un po' schifata dal trattamento insolito ricevuto e traumatizzata dalla visione del suo nuovo corpo, fu nuovamente scossa nel sentire Bongo, quello stupido Bratwurst parlare. Non le ci volle molto per capire che stava andando tutto storto e che, peggio ancora, si era trovata nei panni di un cane. Iniziò a correre e inciampare ripetutamente lungo il perimetro del giardino, singhiozzando e mugugnando frasi sconnesse. Se un passante mattiniero fosse per caso capitato in quel quartiere, avrebbe visto un piccolo cane correre all'impazzata e in maniera sconnessa, guaendo e abbaiando, mentre un affaticato bassotto cicciottello lo inseguiva con la lingua penzoloni. -Ora si calmi signorina, Puff... non riesco a starle dietro, ma che le prende, Pant...non avrà mica la rabbia eh? Prego, abbassi la voce... aff o sveglierà gli umani...osso sacro quanto corre! Se si sveglia Lucille saremo nei guai, la prego...eek...si fermi!-  E Lucille, come colta da un lampo si fermò. Guardò con occhi vacui il piccolo mondo intorno a sé e disperata urlò a Bongo: -Sono io Lucille, stupido cane!- gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime e pianse senza freni. Bongo era sconvolto quasi quanto lei. Il vecchio bassotto era sì molto dolce e galante, ma allo stesso tempo spiccava di una forte intelligenza e, facendo una somma di quanto successo nelle ultime ore, ricollegò immediatamente il disastro al suo desiderio e a quel bagliore apocalittico che aveva illuminato a giorno la strada solo poche ore prima. -Ora calmati diav...ehm, Lucille- cercò di consolarla Bongo -respira a fondo, brava così, ci sono qui io. Adesso la cosa migliore da fare per risolvere questa faccenda è consultare la vecchia saggia cane che sta all'angolo della strada, dicono che lei sappia sempre tutto. Coraggio, in marcia!- Bongo prese la strada trotterellando e quando si fermò vicino a un albero e sollevò la zampetta per fare pipì, si accorse che Lucille faticava immensamente a camminare sulle nuove paia di arti che le erano capitate: la cagnolina si sosteneva a malapena e le zampine tremavano in maniera incontrollata. -Santi croccantini, qui c'è bisogno di molta pratica Lucille, forza, una zampa qui e un'altra qua, e ripeti con le altre due. Brava!- Il piccolo cane color miele fece dei passi più spediti, finché non si accorse che ormai camminava come se avesse sempre avuto quattro zampe. Percorsero risoluti la strada, fermandosi di tanto in tanto a qualche albero, perché Bongo potesse ispezionarlo e decidere se lasciare la sua "firma". Lucille lo guardava perplessa: -è proprio necessario che tu faccia la pipì ogni tre alberi?- -Siamo arrivati- disse solennemente Bongo, ignorando la richiesta sarcastica della cagnetta. Lucille non vide nulla di così eccezionale nella casa davanti alla quale si erano fermati;  era completamente identica alla sua, ma con le imposte blu invece che rosse. Guardò il suo accompagnatore in attesa che qualcosa succedesse e lui di tutta risposta ricambiò lo sguardo. -Insomma, che cosa dobbiamo fare ora?- chiese Lucille, sempre più convinta che qualunque cosa avesse intenzione di fare quello "stupido cane" non sarebbe servita a nulla. -Oh, attendere suppongo. L'oracolo arriva da sé, ma solo se ne hai davvero bisogno". Appena pronunciate queste ultime parole, ecco avvicinarsi a passi lenti (ma davvero molto lenti!) uno snello levriero inglese, tutto ingobbito dal peso degli anni e con occhi blu come il mare di agosto, che ormai non le servivano più, in quanto cieca da diverso tempo. Nonostante l'andatura altalenante, quel vecchissimo cane esprimeva un'eleganza senza eguali. -Madame Sibilla, abbiamo bisogno di voi- disse Bongo appena il cane si fu avvicinato abbastanza. Nonostante ciò, Sibilla continuò a camminare, superandoli: -Aspettate che vi raggiunga prima di parlare- Lucille soffocò un risolino. -Madame, siamo qui! Ecco vede, io mi chiamo Bongo, abito al numero 6 e qui con me c'è...- -So tutto caro bassotto- lo interruppe la vecchia, -Io vedo più di quanto sembri- I due, sbalorditi, spalancarono le bocche e capirono immediatamente che quel vegliardo levriero era davvero un oracolo, come tutti i cani della città credevano. -L'universo ha voluto punirti, Lucille, perché sei stata molto cattiva, anche con noi bestie; nessun umano ricorda che tu un tempo eri una bambina, tu per i tuoi genitori non sei mai esistita. Tu, Bongo, sarai il suo maestro. Nella mia lunghissima vita ho visto una sola altra volta una simile magia ed ora ripeterò quanto detto ai due, moltissimi anni fa: l'incantesimo verrà spezzato quando l'umano troverà la strada per essere umano e sarà il cane ad insegnarglielo- Appena pronunciata la profezia, Madame Sibilla si acciambellò sul prato e cominciò a ronfare. Bongo e Lucille, ancora a bocca aperta, stentavano a credere alle loro orecchie: -Tu mi devi insegnare ad essere umana...Tu, uno stupido cane?-
 -Ti prego di smettere di chiamarmi "stupido cane", credimi, sono sconcertato quanto te.-
-Come vuoi, Dubongo!-
-Lucille, frena la tua lingua puzzolente!- Bongo latrò e azzannò la nuca di Lucille, che, pur non provando dolore, intuì che Bongo si stava arrabbiando seriamente e che la prossima volta avrebbe certamente stretto di più i denti intorno al suo collo e lì sarebbero stati guai grossi. -Dobbiamo collaborare, Lucille. Io non so proprio come insegnarti a fare l'umano, ma sono certo che so come vivere da cane. Tu ora sei un cane, quindi al lavoro, hai molto da imparare!-
TO BE CONTINUED!

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