Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

domenica 20 marzo 2016

Giorno 28- Looking for a job pt.6: Benvenuta all'Inferno

Looking for a job pt. 6: Benvenuta all'Inferno

Questa è la frase che ho sentito il mio primo giorno di lavoro. Certo non è tra le più incoraggianti, ma è sicuramente una delle più realistiche. Cosa faccio? Insegno. Insegno a ragazzi dai 15 ai 24 anni (principalmente, poi ho anche cinquantenni talvolta) le lingue straniere. 
Ma andiamo con ordine.

Tutto è iniziato quando un ente scolastico privato tra i più conosciuti e criticati d'Italia (orsù, avete capito a cosa mi riferisco) mi contatta, dopo aver letto un mio annuncio disperatissimo su Subito.it per la ricerca di un lavoro. Offerta del lavoro: tutor in lingua inglese, francese e tedesca, con insegnamento anche di lingua italiana per studenti delle medie. Occasione imperdibile per me, che sono tre anni che dico che voglio insegnare. Purtroppo nelle scuole statali non posso ancora insegnare, perché devo avere la laurea specialistica, ancora in corso per me, però questo lavoro mi permette di insegnare e guadagnare esperienza con due anni di anticipo, che non sono pochi. Comunque, fatto sta che, vedendo il mio entusiasmo e una parvenza di serietà (credo che abbiano capito che non ho tutte le rotelle a posto, ma si sono affidati tanto sulla mia proverbiale motivazione), mi offrono il lavoro e: "Signorina, lei comincia lunedì prossimo, non c'è tempo"...."Scusi?!? Ma ma....e i programmi? E i libri? Oh, qualcuno mi aiuti, non ve ne andate tutti." Fortunatamente io devo sostituire la responsabile didattica, che mi ha aiutata tanto nei tre giorni che mi restavano prima di lanciarmi nella vasca dei piranha, con un corso intensivo di: "Conosci i demoni, combattili e istruiscili per bene". 
Arriva il lunedì fatidico, mi sento tanto Matilda del film Matilda sei mitica! il suo primo giorno di scuola: ci mancava solo che mi mettessi con cura il fiocchetto rosso tra i capelli! Mi prendo la mia cartellina verde acido (eh sì, proprio quella che mi ha aiutato durante la stesura della mia tesi, se non sai a cosa mi riferisco leggi il post del Giorno 16) e mi avvio verso la sede, che guarda caso, è a 5 minuti a piedi da casa mia, in fondo al viale pedonale, quello dove ci sono tutti gli individui strani di cui ho parlato nei post precedenti.

Insomma, arrivo, tutta emozionata e imbellettata, con un sorriso enorme e tanta voglia di fare e "Dunque, vediamo, ora ho due ore con le medie, poi un'ora con le superiori e poi pausa di mille ore e uno studente individuale, sì dai, oggi possiamo farcela!"
Prima di entrare in aula vengo avvisata: "C'è una ragazza che è poco motivata, si arrabbia spesso e non si impegna, non darci troppo peso, vedrai che col tempo si abituerà, fai attenzione talvolta quando le capita qualcosa di brutto si chiude in se stessa". Ah....beh, ok, cosa ho detto prima? Posso farcela! Entro e in effetti questa ragazza, tutta vestita di nero, con trucco nero pesantissimo e capelli corvini ha una faccia poco convinta, mi guarda come se volesse incenerirmi con lo sguardo o cose simili e io cerco di rendermi simpatica e indovinate un po'? Ci riesco! Le lezioni successive è sempre presente (anche se entra con ritardi stratosferici) e talvolta abbozza anche dei sorrisi molto piacevoli, ma il pericolo di ricaduta è in agguato e si chiama Demmy....dovete sapere che Demmy, con il suo nuovo lavoro, passa spesso nell'edificio in cui lavoro e l'altro giorno, incrociando questa ragazza, ha la brillante idea di dirle in tono amichevole: "Ehi Morticia, che si dice dall'Aldilà?" per invitarla a spostarsi dall'ingresso. Ora....lui continua a ripetermi che aveva le cuffiette e che non lo ha sentito, ma la cosa che più mi ha sbalordita è: ma tonto che non sei altro, io ti parlo di tutti i miei studenti, ti parlo anche di lei, sei nell'edificio giusto, vedi un ragazza potenzialmente problematica e non ti viene in mente che sia quella di cui ti parlavo e che forse dovresti evitare di fare battute che potrebbero scatenare l'ira degli dei? La sua risposta è: "Ci ho pensato mentre pronunciavo l'ultima sillaba". Mi arrendo.....
Comunque, finisce la mia prima lezione e sono molto soddisfatta, mi reco verso l'aula degli studenti delle superiori e incrocio la tutor di matematica con un volto cadaverico e sconvolto. è lei, che mi dice la fatidica frase....Benvenuta all'Inferno.... Io abbozzo un sorriso e mi dirigo a passo lento verso l'entrata. Qui....vedo la scena svolgersi al rallentatore, con una musica apocalittica di sottofondo: dieci ragazzi, che lanciano palline di carta, con i piedi sul tavolo, che si stanno facendo in quel preciso momento dei dread (di dubbio gusto tra l'altro, erano davvero fatti male) con delle sigarette spente in bocca. Mi volto e mi allontano di poco e penso: "Ok, l'ho detto prima, posso farcela...no, non posso farcela, io me ne vado", vengo braccata dalla responsabile e cacciata nel girone infernale degli studenti svogliati. Sì, c'è un girone anche per loro. Le labbra mi si seccano e diventano delle prugne, fatico a parlare, come quando togli una dentiera a un vecchietto. Inizio la lezione e mi accorgo che è difficile insegnare, è tanto bello ma non è per nulla una passeggiata. Domani inizierò la mia terza settimana di lavoro (lavoro solo tre giorni a settimana, muahah) e sì, sono ancora convinta che fare l'insegnante è esattamente quello che voglio, anche se la testa ti diventa pesantissima e a fine giornata non riesci nemmeno a calcolare quanta pasta devi cucinare per due persone e anche se ti si screpolano le labbra perché parli per sei ore ininterrottamente. Sì, lo so che stentate a crederlo, ma anche io se parlo così tanto inizio a soffrire, mi ci vogliono delle pause, seppur brevi.
 Mi piace insegnare e la cosa che mi rende molto orgogliosa è che se entri nel mood dell'insegnamento, non ne esci mai. Mi spiego meglio: quando finisce la tua giornata non torni una persona normale, resti insegnante, l'orario di lavoro non è scandito così nettamente come potrebbe esserlo per molti altri lavori. Quando arrivi a casa devi preparare le lezioni per il giorno dopo, i programmi e le verifiche. Sei un'insegnante 24/24 h. Io penso che tutti dovrebbero fare il lavoro che più amano, in modo da svegliarsi la mattina e pensare come seconda cosa: "Oggi è una giornata meravigliosa, vediamo che posso fare per renderla ancora più speciale". Dico la seconda cosa perché la prima cosa che ognuno di noi pensa la mattina presto è: "Ancora cinque minuti, vi prego!". Non fate finta di niente, sareste dei bugiardi se diceste che non è vero.
Questa cosa mi piace molto. I just wanna stay right where I am, on the sunny side of the street"...Sul lato illuminato della strada.

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