Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

venerdì 27 novembre 2015

Giorno 19- La torcia

La torcia

Ebbene, ne ho combinata un'altra delle mie. Domenica scorsa siamo andati a visitare dei bunker a Opicina, cunicoli bui e umidi, in cui gli strumenti essenziali erano una torcia e scarpe adatte (che io non avevo, ovviamente). Demmy mi ha dato una delle sue torce, luce blu un po' debole, nulla di che, ma pur sempre una fonte luminosa adatta per non mettere i piedi in un punto sbagliato e capitombolare di faccia sulle pietruzze.  Lui invece, aveva una torcia che per me non aveva granché di speciale, sapete non me ne intendo di illuminazione, ma che per lui aveva un buon valore affettivo e, come ho scoperto ieri, economico. La gita procede bene, ogni tanto lui decanta quella torcia, dicendo che nonostante siano passati due anni ancora non si è scaricata "e guarda che luce, Alice!" e io facevo sì roteando gli occhi e puntando la mia misera torcetta verso il pavimento sconnesso. Finita la visita, decidiamo di andare a fare la spesa in Slovenia e ci carichiamo di quattro sacchetti, poi prendiamo l'auto, torniamo a casa e troviamo un bel parcheggio proprio dietro l'angolo, che fortuna! Quando arriviamo al portone, carica di due delle quattro sporte, mi accorgo di aver dimenticato la mia borsa in auto e quindi lascio la spesa e torno indietro. "Prendi anche la mia torcia, è nel vano della portiera" dice Demmy dietro di me. Insomma, arrivo alla macchina, recupero il dovuto e mi incammino verso casa pensando: "Chissà se Demmy ha fatto il cavaliere e ha portato su tutta la spesa o ha lasciato i sacchetti incustoditi", mi accorgo che proprio davanti alla porta ci sono due sportine e penso: "Che cafone, me le ha lasciate qui! Va bene, organizziamoci, questa la metto qui, la borsa la metto a tracolla e....un momento, io non ho preso un broccolo...e nemmeno la pasta." Rovisto in modo delicato in uno dei due sacchetti e mi accorgo con grande imbarazzo che sto facendo la gatta randagia e sto toccando cose non mie, quindi faccio una risatina guardandomi intorno e salgo le scale, decisa a raccontare la figuraccia a Demmy appena salita in casa e  manifestare il mio sollievo per non essermi accorta troppo tardi dell'errore. Tutto finisce, tra una risata e qualche presa in giro. 
Anzi...non proprio TUTTO finisce... ieri (cioè giovedì, ben quattro giorni dopo),  Demmy arriva, chiedendomi dove avessi messo la sua torcia. Io gli dico che l'avevo data a lui, perché così sarebbero dovute andare le cose, ma lui afferma che proprio non è successo. Io insisto che la torcia non è rimasta in auto, che non sono deficiente, mi ricordo che ce l'avevo in mano, perché avevo fatto un'analisi tattile, sentendo la consistenza, la temperatura ecc mentre camminavo verso casa. Si bisticcia, ma non troppo e io torno a letto, continuando a pensare alla torcia e iniziando a credere di essermi sbagliata e di avere solamente immaginato quelle sensazioni. Poi, un lampo mi attraversa la mente....il mondo si fa cupo...chiamo Demmy tutta tremante, coperta fin sotto agli occhi lo guardo e gli dico: "Sai, se non è in auto, la torcia...credo di sapere dove l'ho messa..."  "Noooo, sul tettuccio della macchina?", "Ehm....no. No, cici...." a questo punto mi appiattisco e la mia voce spaventata diventa un sibilo:"L'ho messa... nel sacchetto della vicina..." ZANZANZAAAAM. Ora vi spiego, io l'ho messo nella sporta quando ero convinta che fosse nostra e visto che dovevo portarne su due per tre piani, avevo convenuto che fosse meglio mettere la torcia al sicuro, dentro al sacchetto, piuttosto che in tasca, perché rischiava di cadermi e rompersi. Quando però ho notato l'errore, la torcia l'ho rimossa della mente, quindi oltre che lasciare la spesa giù al portone, ho lasciato pure lei. Il problema ora è che non so di chi fosse quella spesa e nemmeno se è arrivata al legittimo proprietario o non se la sono fregata mentre era lì fuori. Non ci credo, è successo. Non so come, ma l'ho fatto e mi sento tanto tanto in colpa. Io comunque sono convinta che se chiediamo a tutti i vicini prima o poi la ritroviamo. Demmy non si è arrabbiato, ma due cose mi hanno fatto capire che l'ho profondamente traumatizzato: 
la prima: subito dopo avergli raccontato il destino della sua torcia, ha preso in mano i pesi e si è messo a sollevarli, guardandomi fisso e ascoltando le mie scuse.
La seconda: per tutta notte ha riempito la stanza di candele accese, come se volesse ricordare con una fiaccolata la sua adorata compagna di avventure; io non potevo lamentarmi, l'ho lasciato fare, perché doveva interiorizzare il dolore.
 Ora però ripensando a tutto il pasticcio rido e penso che quando sarò vecchia sarà un bel problema starmi vicino, anzi, mi sa che il problema si pone già ora. Che seccatura essere me. 
PS. Demmy a un certo punto mi è sembrato un po' Jack Sparrow quando punta la pistola con un solo colpo in canna verso Elizabeth che aveva bruciato tutto il rum sull'isola e poi la rimette nella fondina!
 



5 commenti :

  1. Devi scrivere un libro su queste vostre avventure!

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    1. Pensa che proprio ieri sera abbiano chiesto alla vicina se aveva trovato una torcia nella sua spesa e finalmente l'abbiamo recuperata!sapevo che l'avremmo trovata!

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Una cosa non mi è chiara: cosa aveva quella torcia di tanto importante ed emotivo???

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    1. Gli ricorda il suo passato intorno the wild, è la sua torcia storica (ed e pure un sacco costosa, quindi ci tiene anche di più!)

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