Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

domenica 2 agosto 2015

Giorno 4-Il giardino dei pazzi o i pazzi del giardino?! pt. 1

Il giardino dei pazzi o i pazzi del giardino?! pt.1: il padrone del cane mitologico


Abitando in centro Trieste, quando voglio far passeggiare come si deve il cane e quando voglio sentire un alito di aria un po' meno inquinata, vado ai giardini pubblici sotto casa. Un posticino adorabile, con tantissimi alberi, ognuno dei quali catalogato, pensate che ce ne sono anche di rari, numerose panchine e persino uno stagnetto con tante tartarughine e pesciolini rossi con annesso un rustico ponticello di legno e naturalmente un'area giochi piuttosto grande per i bimbi.
 Un piccolo paradiso dove le auto sono solo un rumore in lontananza, dove il relax ti pervade e tutto è tranquillo, tanto che spesso mi siedo su una panchina, lego Cora e mi metto a studiare. Aspettate...tutto tranquillo non direi. Trieste, lo sanno tutti è la città dei matti, gente il più delle volte innocua ma che immancabilmente sente il bisogno di urlarti dietro o di parlarti di cose insensate. Ecco, nel giardino pubblico in questione la concentrazione di pazzi è elevatissima, non so spiegarmelo, quasi ho il sospetto che gli umani nascono sugli alberi, maturano come frutti e quando sono pronti si lanciano giù, ma alcuni cadono troppo in fretta e si spiattellano a terra e non hanno più pieno possesso delle facoltà mentali, quindi restano dove sono nati perché nessuno vuole un frutto ammaccato. Togliendo la parte filosofica, ho deciso che questa rubrica è necessaria al mio blog, perché anche questo fa parte della mia vita e io ne vado fiera e sento il bisogno di raccontarlo.

Il protagonista di oggi è il padrone del cane mitologico: un signore cicciottello vicino ai 60, al fianco del quale camminano sempre due cani femmina legate tra loro da un guinzaglio corto, che le fa sembrare Cerbero senza una testa, sono un tutt'uno e non credo proprio che funzioni legare due cani insieme per far vedere che effettivamente sono legate al guinzaglio, penso che un'estremità bisogna tenerla in mano per questo, ma a detta del padrone sanno gestirsi bene quindi si tengono buone l'una con l'altra...e io avrei tanto da ridire a tale proposito. Comunque, passeggio allegramente col mio cane gasatissimo che adora i prati e gli odori ad esso connessi e che tira come una matta di qua e di là senza sapere dove andare, quando scorgo da lontano il signore sopra citato seduto su una panchina, che osserva con sguardo vacuo il pavimento; accanto a lui il cane mitologico che appena scorge Cora inizia ad abbaiare con entrambe le teste. La mia non ama molto che le si abbai contro, il pelo ritto, l'andatura da signorina e il desiderio di far vedere a tutti i costi chi comanda. Io mi avvicino alla panchina, cercando in tutti i modi di superarla e allontanare il Cerbero decapitato che sta facendo innervosire la mia compagna di passeggiate, ma il padrone zittisce l'animale e si mette a parlare con me del più e del meno: "Sei di Trieste?", "No signore, sono di Bergamo", "Ah, pota!!! Che modo strano di dire, lo sai signorina come si dice a Modena? Mmm, vediamo credo di ricordarmene, ah sì, Mo Va A Caghèr!!"....allibita lo ringrazio per il saluto caloroso e tuttavia sottolineo che il Pota e il MoVaACaghèr non sono propriamente uguali come espressioni e lui imperterrito: "Invece sì, signorina sa perché blablablabla...." giuro, vi avrei riferito ogni cosa, ma al momento non lo stavo ascoltando, ero già pronta a dare l'ordine alla mia dolce cosetta pelosa attaccata al guinzaglio che tenevo in mano di non mangiarsi nessuna delle due bestie attaccate invece a quel cordino troppo corto che nel frattempo avevano ricominciato ad abbaiare e ringhiare verso di noi. Con uno strattone allontano il mio cane che stava per aprire le fauci. Ora sembrava un Mohicano, si stava proprio arrabbiando, aveva una cresta che le percorreva tutta la spina dorsale. Con un altro strattone mi allontano, saluto frettolosamente il padrone e lo intimo a trattenere il Cerbero che nel frattempo ci seguiva. Ma l'avevamo già perso, era tornato al suo impegno precedente al mio arrivo: come se si fosse spento perché ero uscita dal suo raggio di azione, l'uomo torna a fissare il percorso color mattone e qui mi sono molto sentita in un Paese delle Meraviglie tutto mio, dove le persone con cui interagisco esistono solo perché io entro in scena, la cosa mi ha spaventata assai, ma ad avvalorare la mia tesi c'era il fatto anche che il cane a due teste, a un certo momento (proprio il momento in cui la mia stava gonfiando il petto come per dire, sì sono qui, facciamo a botte se vuoi!)  si ferma e se ne torna al suo posto, sdraiandosi nel punto preciso in cui era quando ho scorto il quadretto da lontano. Che stia diventando pazza anche io, in quel giardino?

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