Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

mercoledì 26 agosto 2015

Giorno 8- Looking for a job pt. 3

Looking for a job pt. 3- La signora filippina


Qualche tempo fa, in cerca disperata di lavoro come sempre, vado al solito supermercato e trovo sulla bacheca un annuncio veramente allettante, c'era scritto più o meno così: "Signora pilipina con figlio di 3 anni per babysitter, disponibile anche domenica e turni, chiamare 339xxxxxxx". Io felicissima chiamo subito e mi risponde una signora (ovviamente pilipina) con l'accento molto pilipino e l'italiano un po' incerto. "Sì, signora ho visto l'annuncio per la baby sitter e sarei interessata, cerca ancora?" dico io e lei: "Sì signola, ma scusa io non parla bene italiano e ora lavoro, puoi chiamale domani?" allora io la saluto e riattacco e l'indomani richiamo, stessa cosa detta da me, poco diversa la sua risposta: "Signola, vediamoci domani in Viale così noi parla, lei quando disponibile pel lavolo?", "Non saprei signora, quando è più comodo a lei, ma comunque ne parliamo domani faccia a faccia, arrivederci". L'indomani mattina mi preparo tutta contenta per il futuro lavoro, mi pregusto già il momento in cui curerò un bimbetto di tre anni con cui giocherò e farò tanti lavoretti divertenti, ho cercato di sembrare carina ma mantenendo un look semplice, da persona affidabile, da perfetta babysitter insomma, un pochino di trucco, ma leggero leggero, una camicetta, le uniche scarpe serie ma non troppo eleganti che ho e mi lancio in Viale. Al punto prefissato, incontro una signora (l'unica dai tratti orientali) molto bassa, capelli a caschetto neri e lisci come spaghettini e viso tondo, troppo grosso rispetto alle spalle; ci presentiamo e mi accorgo che lei ancora non mi aveva detto il suo nome ma non ho avuto tempo per pensare a queste sottigliezze perché immediatamente parte la sua domanda fatale: "Quindi tu quando ha bisogno? Perché io lavola pomeliggio, ma mattina quasi semple libera"......zamzamzaaaaam..."MA COME? NON HA BISOGNO LEI DI UNA BABY SITTER?!?", il mio sguardo è vacuo, l'espressione incredula, sto avendo un flashback di tutte le tappe che hanno portato al fraintendimento e ho avuto una tremenda voglia di piangere: entrambe cercavamo lavoro come baby sitter, ma, a causa del gap linguistico, ci siamo capite male e nessuna delle due ha concluso un bel nulla quel giorno. Invece delle lacrime che avevo voglia di buttare fuori, mi è uscita una risata isterica, quella con gli occhi da pazza, mentre la donnina dal faccione tondo arrotonda anche la bocca e spalanca gli occhi per esclamare: "UUUUh scusa signolaaaaa, scusa io no blava con italiano, sclitto male, scusa scusa" e io non ho potuto fare altro che rassicurarla che era tutto a posto e che a volte capitava di fare errori con una lingua diversa dalla propria, lo viene a dire proprio a me che studio lingue?! Torno verso il mio ragazzo che mi aspettava a debita distanza (questi incontri di lavoro li voglio fare sempre e rigorosamente da sola) e spiego l'accaduto e mi ha sorpresa molto il fatto che anche lui provasse delusione e un pizzico di fastidio per la situazione. E' stata una vera doccia fredda, ma ci sono passata sopra passando il resto della giornata in spiaggia, ora, col senno di poi, non posso fare altro che sorridere e pensare che capitano proprio tutte a me, forse me le cerco anche.


Promemoria: mettere subito le carte in tavola, mai più rimanere sul vago, specialmente con presunti datori di lavoro che non parlano bene la tua lingua!

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