Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

lunedì 17 agosto 2015

Giorno 7- I gentiluomini della Linea 2

I gentiluomini della Linea 2

L'altro giorno per la prima volta da che sono a Trieste, mi sono trovata costretta a prendere la Linea 2 per necessità e non per piacere. Dico così perché la Linea 2 dei trasporti di Trieste è l'unica linea della città servita da un tram. E che tram! Pensate che risale al 1902 ed è la motrice ancora funzionante più vecchia d'Europa (per saperne di più vedi qui), parte dal centro della città e arriva fino a Opicina, a più di 300 metri di altezza, tanto che per fare la salita è trainata da una sorta di mini macchinina e tutti i triestini sanno che sono molto più numerosi i mesi in cui la Linea è chiusa a causa dell'uscita dai binari del tram che i mesi in cui questa funziona perfettamente. Insomma, io ho sempre visto questo meraviglioso mezzo di trasporto d'epoca, messo a nuovo ma con ancora tutti gli assetti originali e un po' vintage, come un tram turistico, nonostante sapessi benissimo che non è affatto così, anzi è il mezzo più veloce dopo l'auto per arrivare a Opicina. Dire veloce è esagerato, ma glissiamo sull'argomento. Non essendo pratica di questa linea, sapevo che avrei dovuto chiedere al macchinista (o si dice autista?) di avvisarmi quando scendere, precisamente alla fermata dell'obelisco. Naturalmente si chiama così a causa di un enorme (e dico enorme!) obelisco che troneggia su una piccola collinetta proprio sopra allo stop del tram, ma visto che io e tutti coloro che mi conoscono sappiamo benissimo che non ho per nulla spirito di osservazione, ero sicura che chiedere a lui era l'unica soluzione per non rischiare di andarmene e zonzo fino in cima a Opicina e poi scendere a piedi per chi sa quante centinaia di metri. Il problema è che il caro ometto che guidava il tram, piccolo, cicciottello, pelatino e con due occhietti a spillo molto torvi non aveva un viso molto rassicurante e sapevo che non mi avrebbe aiutato di buona voglia, dal momento che avevo già tentato di intrattenere una conversazione prima di partire senza buoni risultati. Io, tremendamente spaventata al pensiero che avrei dovuto parlargli e convintissima che il suo umore era intaccato da un vecchietto alto e snello con gli occhi azzurri che gli parlava ininterrottamente di tempo atmosferico, di vino ecc. mi appropinquo a lui, le mani sudate e la vocina tremolante. Chiedo: "Mi scusi sa, ma io non sono pratica, mi saprebbe dire quando scendere per l'obelisco?" Sorrisino imbarazzato, occhioni da gazzella e sudore che mi rendeva le mani scivolose come salamandre cicciottelle. "Torni a sedersi, signorina, lei scende con me", dice il vecchietto un po' logorroico vicino al conducente. Ecco qui vorrei fare una piccola parentesi: credo che come "Non svegliare il can che dorme", anche "Non parlare al conducente" è caduto quasi nei proverbi popolari; e credetemi, parlare a questo conducente mi ha fatto capire il vero significato di questa leggendaria frase! Comunque, torniamo a noi: io mi siedo un po' sollevata e dopo cinque minuti il vecchietto mi dice che la prossima fermata sarebbe stata la nostra, di rilassarmi e di dargli la valigia che l'avrebbe portata lui giù dal tram, perché c'era un gradino "moooolto alto". Ora...secondo voi io volevo avere sulla coscienza un'ernia del gentiluomo che aveva il quadruplo della mia età e probabilmente un quarto della forza giovanile che potrei avere io? Insomma, gentilmente rifiuto e lui insiste e io sempre cordialmente, rifiuto, fino a che le porte non si aprono e un altro nonnetto, stavolta con i bastoni da trekking, ma anche lui vicinissimo agli ottanta, decide che l'avrebbe portato giù lui il mio bagaglio. E qui sbotto e decido di prendere in mano la situazione (e la valigia) buttandomi dal tram che effettivamente aveva dei gradini abbastanza alti. Alla fine esco da quel mezzo di trasporto che, data l'età media, mi sembrava la barca sull'Acheronte che trasporta le Anime dei morti e ringrazio i due spasimanti che mi ero fatta guardandomi intorno circospetta e diffidente: "Mi scusi, -dico io- ma proprio non vedo l'obelisco, sa devo farmi trovare proprio lì". "Ma come, signorina, eccolo qui l'obelisco!" Alla mia destra sorgeva tutto impettito il monumento gigantesco che cercavo e in quel momento ho capito che in fondo io faccio tanti giochi tipo trova le differenze per cercare di fare più attenzione all'immagine ma non credo imparerò mai a scorgere i dettagli, nemmeno se sono alti tre volte più di me! Va beh, dopo la gaffe memorabile col vecchietto sportivo l'altro signore, che ci mancava poco mi prendesse sotto braccio stile Dorothy e lo Spaventapasseri ne Il Mago di Oz mi obbliga letteralmente a bere dalla fontanella perché l'acqua viene dalla fonte e quindi è "fresca fresca fresca" e subito dopo mi dice di fare una foto al meraviglioso panorama perché da lì è proprio "bello bello bello" e io che come un soldatino faccio tutto quello che dice, però che belle sensazioni mi ha fatto provare, l'acqua era davvero fresca fresca fresca e il panorama davvero bello bello bello come diceva lui. L'altro "Sciur" (per dirlo alla bergamasca) mi dice pure "Se poi ha tempo faccia una passeggiata su per questo sentiero, è davvero rilassante" e io ringrazio ma purtroppo gli dico che per quel giorno non sarei riuscita, perché avevo un appuntamento proprio lì, sotto il titanico obelisco, dopo cinque minuti e non volevo fare tardi. Però sono sicura che la passeggiata lì la farò, perché qualunque cosa hanno detto quei due gentiluomini è risultata assolutamente vera.

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